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Domenica, 28 Aprile 2024
L’iter e le novità / Tricase

Otranto-Leuca, l’area marina protetta prende forma: sarà tra le più grandi d’Europa

Nel progetto undici i comuni coinvolti e cento i chilometri di costa interessati: un percorso verso la difesa dei beni naturali e della biodiversità. Il 30 settembre incontro sul tema presso il Ciheam Bari a Tricase Porto per illustrare gli aggiornamenti

TRICASE – Undici comuni coinvolti, cento chilometri di costa interessati e un progetto votato alla tutela dei beni naturali, del paesaggio e della biodiversità: l’area marina protetta Otranto-Leuca potrebbe diventare presto realtà, dopo anni di discussione e qualche stop imprevisto. Un iter lungo e complesso, con varie battute d’arresto, che potrebbe presto vedere l’attesa svolta, con l’obiettivo di prendersi cura del mare, risorsa preziosa di cibo, energia, economia, ma in grave pericolo (perché troppo sfruttato e inquinato), e tutelare la biodiversità attraverso uno strumento che promuova lo sviluppo sostenibile degli ecosistemi con benefici ecologici, economici e sociali per le comunità locali.

In Puglia, oltre alle tre esistenti (Isole Tremiti, Torre Guaceto e Porto Cesareo), da anni si lavora all’istituzione di un’area marina protetta lungo l’area del parco naturale regionale Costa Otranto – S. Maria di Leuca e Bosco di Tricase: ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. Come detto, sono 11 i comuni interessati (Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase), con oltre 59mila residenti, una superficie totale superiore a 260 chilometri quadrati e circa 100 di costa. L’iter è stato lungo, complesso, con varie battute d’arresto.

L’iter d’istituzione è iniziato anni fa con l’individuazione di un’area marina di reperimento, denominata “Capo d'Otranto - Grotte Zinzulusa e Romanelli - Capo di Leuca”. Numerosi studi scientifici hanno evidenziato che si tratti di uno dei litorali a più alta naturalità dell’intera costa italiana, differente rispetto al resto della Puglia per abbondanza di specie bentoniche e habitat chiave, come le praterie di Posidonia e il Coralligeno, aree elettive di riproduzione, sviluppo e accrescimento per molte specie ittiche. La legge di bilancio 2018 aveva previsto l’istituzione dell’area marina protetta ma per poter procedere i comuni interessati hanno richiesto al Ministero dell’Ambiente e Ispra, suo braccio tecnico, di individuare le zone a tutela crescente in cui suddividerla, per sapere cosa fosse possibile fare e cosa no nella futura Amp, in cui ci sono interessi e usi diversi, compresi porti, canali, stabilimenti, luoghi dediti alla pesca.

Un importante contributo è stato dato dalla Regione Puglia a partire dal 2021 grazie al progetto Corisma (finanziato dal fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca 2014-2020), per ipotizzare, i migliori scenari di conservazione e gestione delle risorse biologiche marine necessari per impattare positivamente sulla sostenibilità della pesca e delle altre attività connesse all’uso del mare nell’area Marino-Costiera Otranto – S. Maria di Leuca.

Costa Otranto Leuca ph Ciheam Bari

“Fermo restando la titolarità dei poteri e del processo di istituzione in capo al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica tramite il supporto di Ispra - sostiene Donato Pentassuglia, assessore all’Agricoltura della Regione Puglia - l’iniziativa messa in piedi dalla Regione insieme ai suoi partner di progetto, il Ciheam Bari, l’Università del Salento e Arpa Puglia ha il merito e la finalità di supportare il processo istitutivo con un percorso di accompagnamento che possa facilitare tale iter e include una serie di attività a partire dall’animazione territoriale, dalla raccolta e analisi dei dati rilevati anche con indagini sul campo. Coerentemente con le tempistiche della programmazione comunitaria che finanzia il progetto in parola e ne impone la conclusione entro fine anno, la presentazione dei risultati preliminari il 30 settembre testimonia pertanto l’impegno che tutti i partner hanno profuso per la riuscita del progetto”.

Gli habitat della costituenda Amp Otranto-Leuca, estremamente sensibili ai cambiamenti climatici e alle crescenti pressioni antropiche, necessitano di urgenti misure di protezione e gestione sostenibile.

“Con il progetto Corisma abbiamo svolto una dettagliata indagine sul campo, intervistando 600 operatori, tra cui pescatori professionali e ricreativi, gestori di stabilimenti balneari, rappresentanti di associazioni, centri diving, operatori della ristorazione e accoglienza turistica, referenti delle 11 municipalità - racconta Massimo Zuccaro, amministratore scientifico del Ciheam Bari (iamb.it) e coordinatore del progetto Corisma – che ci ha restituito un’immagine chiara dei bisogni, delle aspettative e delle priorità espresse dalle comunità costiere tra Otranto e Leuca. L’Amp dovrà fare sintesi delle diverse esigenze e trovare il giusto equilibrio fra la tutela dell’ambiente e sviluppo socio-economico del territorio”.

All’interno dell’area ricadono inoltre due zone speciali di conservazione: il Posidonieto Capo San Gregorio - Punta Ristola e quello Costa Otranto - Santa Maria di Leuca, con un’estesa falesia ricca di cavità, incisioni, insenature e grotte (oltre 70 tra sommerse ed emerse). “Se il Mediterraneo è uno degli ambienti più fragili e peculiari del nostro pianeta oceano – afferma Stefano Piraino, docente di Zoologia dell’Università del Salento –, l’Adriatico lo è ancora di più. Il profilo costiero del bacino, la geomorfologia dei suoi fondali e l’ingente e costante afflusso di acque dolci ricche di nutrienti determinano un continuo apporto di elementi nutritivi, che promuovono elevata produttività. Il Canale di Otranto, dove sarà istituita la futura Amp, è un crocevia biogeografico con una biodiversità tra le più alte in assoluto, sia per numero di specie che per complessità e resilienza delle reti trofiche, raccogliendo elementi faunistici e floristici tipici dei mari Adriatico, Ionio ed Egeo. Queste specie trovano rifugio in habitat marini di grandissimo pregio naturalistico, come il Coralligeno, le grotte sommerse e le praterie di fanerogame marine. La salvaguardia di questi ambienti è fondamentale per garantire la gestione sostenibile delle risorse marine e lo sviluppo socio-economico delle comunità costiere”. Stefano Piraino

Nicola Ungaro, direttore del Centro regionale Mare di Arpa Puglia sottolinea la necessità di promuovere una convivenza armoniosa con questi preziosi ecosistemi, poiché la loro salute incide direttamente sulla nostra sopravvivenza. “Politiche di conservazione e attività antropiche come la pesca e il turismo balneare devono trovare un equilibrio virtuoso. La qualità dell'ambiente marino incide sulla salubrità delle sue risorse, e dunque, nel concetto di one health anche sulla salute dell'uomo. In questa ottica è fondamentale il ruolo dell'Arpa, con specifici monitoraggi che realizza ordinariamente. Per esempio, per garantire la salute dei bagnanti ogni anno le acque di balneazione sono sottoposte a controlli periodici e siamo contenti che per il terzo anno la Puglia è prima in Italia per la qualità delle acque balneabili”.

Sabato 30 settembre, intanto, dalle ore 19, presso la sede di Tricase Porto del Ciheam Bari, per il BlueLandDay 2023, si parlerà del tema “L’Area Marina Protetta: un’occasione di crescita e tutela del territorio tra Otranto e Leuca”: saranno presentati i risultati preliminari di promozione del percorso istitutivo della realtà.

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