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Nomi eccellenti nel Vendola bis con lo sguardo al 2013

Slitta la proclamazione degli eletti, ma il governatore vuole una giunta con eccellenze (si parla anche di Cohn Bednit) con la prospettiva delle politiche 2013. Pdl in fermento per la rottura di Fini

BARI - Sembrano destinati a prolungarsi i tempi di attesa per la proclamazione degli eletti al prossimo consiglio regionale pugliese: mancherebbero, infatti, alcuni dati utili all'ufficio centrale della Corte d'Appello, non ancora trasmessi dal Tribunale di Foggia. Si potrebbe, dunque, arrivare sino alla fine della prossima settimana, prima di avere la riconferma ufficiale del governatore Vendola e dell'intera assise di Viale Capruzzi, col giallo dei 70 o 78 consiglieri in campo. Intanto il presidente Vendola prospetta la fase della "sintesi", con la composizione della giunta che potrebbe arrivare sulla stregua della metodologia usata nel rimpasto della scorsa estate, con incontri bilaterali coi referenti dei partiti e con rappresentanti della società civile e delle "Fabbriche", quest'ultime che rappresentano la vera novità partecipativa dei territori.

Fa ancora discutere l'ipotesi dei nomi eccellenti da coinvolgere nell'esecutivo bis di Vendola, nella prospettiva bivalente del consolidamento di un modello di crescita sociale, civile, economico e politica del cosiddetto "laboratorio Puglia", ma anche basato sulla generazione di una nuova politica per l'intero Sud: non è più un mistero che dalla regione si voglia lanciare la sfida al berlusconismo e al modello leghista, nella prospettiva dell'appuntamento del 2013, quando ci saranno le elezioni politiche. In quest'ottica le ipotesi Emma Bonino e Livia Turco (con quest'ultima che sembra aver già declinato l'invito), calzano bene. Ma la terza proposta di spessore porterebbe dritto a Daniel Cohn Bendit, leader degli ecologisti francesi, grazie al quale alle ultime europee, i verdi d'oltralpe hanno ottenuto il risultato migliore di sempre, sfiorando il 17%. Cohn Bednit rappresenta uno dei principali esponenti sessantottini, convinto assertore del cambio di passo degli ambientalisti in una apertura strategica alle politiche liberali nell'era della crisi economica globale, con grande attenzione alla green economy, ossia all'equilibrio di energie rinnovabili e innovazione tecnologica per lo sfruttamento di sole, vento e altre fonti naturali. Quanto ci sia di concreto nell'ipotesi ancora non è dato sapere.

Nel centrodestra, è tempo di nuovi smottamenti dopo i segnali di collisione tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, con gli ex aennini di Puglia, in seria difficoltà dinanzi all'ennesimo rischio di rottura del fronte unico del Pdl: l'auspicio è che le polemiche, come in passato, cedano il passo alla pace ritrovata, ma la tempesta resta in agguato e se dovesse saltare l'accordo, in molti dovrebbero decidere da che parte stare. La guerra sarebbe tra "finiani" e "gasparriani", ossia quelli fedeli al Cavaliere e ormai svincolatisi dalla tradizione di An. Con il presidente della Camera dovrebbe esserci l'eurodeputato Salvatore Tatarella, il senatore Francesco Divella, il deputato Carmine Patarino, il presidente della Provincia di Foggia Antonio Pepe, i neo-eletti consiglieri regionali Giandiego Gatta e Leonardo Di Gioia, così come il primo dei non eletti, Tommy Attanasio.

Sull'altro fronte, ci sarebbe il senatore e coordinatore regionale Pdl Francesco Amoruso, il senatore brindisino Michele Saccomanno e l'eurodeputato Sergio Silvestris, mentre tra i consiglieri regionali, oltre al rieletto tarantino Pietro Lospinuso, anche Maurizio Friolo e Domi Lanzillotta. Equidistante al momento Nino Marmo. I malesseri degli ex An sono evidenti e lo strappo appare possibile da tempo: ma in politica mai dare niente per scontato, perché quella che sembra la soluzione più logica oggi, dopo un paio di giorni viene già sconfessata.

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