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Pd e Pdl, per una volta accomunati da malumori latenti

Nel centrodestra, è ancora tempo di analizzare la sconfitta elettorale: dita puntate contro i coordinatori e i deputati, in attesa di avvicendamenti. Il Pd vuole sette assessori nel Vendola bis

LECCE - Pd e Pdl per una volta uniti, sotto il segno del malumore. Nel caso del Pdl salentino a far discutere è principalmente l'analisi della cocente sconfitta elettorale: occhi puntati sui vertici dei singoli coordinamenti, con in queste ore un incontro di quello provinciale leccese. Le accuse principali del fallimento strategico del centrodestra nel confronto con Nichi Vendola sarebbero, secondo molti malumori emersi tra i simpatizzanti del partito, nello scarso radicamento sui territori e sulla mancata partecipazione degli stessi alle decisioni che contano.

Le critiche più accese riguardano il coordinatore provinciale, Cosimo Gallo, insieme ai suoi più stretti collaboratori, e soprattutto alla delegazione parlamentare del Pdl salentino, tutti colpevoli di non aver saputo cogliere la disaffezione reale nei confronti del partito da parte di molti militanti. È nell'aria il possibile avvicendamento dei vertici, come sembrano volere molti sindaci del centrodestra, stanchi di non sentirsi parte integrante delle decisioni.

L'esigenza, dunque, più sentita è quello di un maggiore radicamento sul territorio come una sorta di imperativo categorico. Ma c'è un altro punto interessante: il disimpegno elettorale di molti protagonisti per il candidato presidente, Rocco Palese. L'unico che, con coraggio e fuori dai denti, ha avuto il coraggio di muovere questa osservazione è stato Aldo Aloisi, consigliere regionale uscente, primo dei non eletti, che, commentando i risultati, aveva tratteggiato l'impegno di alcuni protagonisti del centrodestra più riversati sul proprio riconoscimento personale e sull'ingresso in consiglio ad ogni costo piuttosto che su una battaglia incentrata sulla vittoria della coalizione. Affermazioni in controtendenza, ma da raccogliere con rispetto, perché frutto di una convinzione, emersa anche in campagna elettorale.

I malumori del Pd sono di altro genere e puntano dritto alla questione nodale dell'agenda politica regionale di questa settimana: la giunta del Vendola bis. Il partito leader del centrosinistra non sembra essere convinto di dover lasciare mani libere al governatore, in virtù del proprio risultato, ed è determinato a chiedere riconoscimenti importanti nel prossimo esecutivo, con la presenza di sette assessori. Una richiesta, che potrebbe essere rispedita al mittente dal presidente, confortato dalla forza dei numeri e dalla certezza di essere stata l'arma in più del centrosinistra per riconfermare la regione.

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