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Martedì, 30 Aprile 2024
Politica Gallipoli

Politici in corsia per i punti nascita. “Ascoltare le voci dei territori”

Cresce la mobilitazione contro i possibili tagli dei reparti di Casarano e Gallipoli. Errico, Stefàno e i comitati pronti alla marcia su Bari. Capone e Bellanova: "Nessuna scelta a scapito della salute". Congedo: "Si apra confronto"

GALLIPOLI – Tutti in difesa dei punti nascita del basso Salento. Per garantire il diritto inalienabile alla salute e alla sicurezza delle partorienti dell’arco ionico-salentino. La mobilitazione è ripartita dopo le notizie fuori controllo relative alla diffida della Regione o dell’Agenzia regionale per i servizi sanitari alle direzioni delle Asl di Lecce e Brindisi in merito alla soppressione non ancora effettuata dei reparti di ostetricia e ginecologia di Casarano, Gallipoli e Ostuni. Dai territori interessati è già fibrillante la mobilitazione dei comitati pro ospedale e dei sindaci dei comprensori interessati. Da Casarano con il sindaco Gianni Stefàno e il comitato “Pro Ferrari”, alla città bella con il sindaco Francesco Errico pronto a guidare la marcia su Bari con i delegati delle amministrazioni limitrofe e delle associazioni cittadine. E con l’associazione “Ospedale Sacro Cuore di Gesù” pronta a serrare le fila. E che nelle ultime ore ha rilanciato la necessità di un incontro istituzionale con consiglieri comunali, la Consulta civica, la commissione Pari opportunità, e i rappresentati degli operatori turistici per stilare un documento a sostegno del potenziamento dell’ospedale gallipolino. Poi si dovrà tornare a battere i pugni (e a rammentare le rassicurazioni sul mantenimento e potenziamento dei punti nascita fatte da Vendola, Gentile e la Capone in occasione dell’inaugurazione della Rianimazione) nelle sedi baresi.

E intanto le prese di pozioni delle compagini politiche sulla questione non si fanno attendere. Entrano infatti nel merito della vicenda che tiene in allarme una buona parte del basso Salento e dell’area ionico-salentina i parlamentari democratici, Teresa Bellanova e Salvatore Capone, preoccupati che l’attuazione del Piano di riordino ospedaliero relativamente ai punti nascita nei due nosocomi possa determinare un ‘vuoto’ della sanità pubblica in un’area territoriale peraltro assai estesa. “Non è in discussione la logica che ha ispirato il Piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia, né tantomeno la necessità di una razionalizzazione dei servizi ospedalieri” puntualizzano i deputati Pd, “qualsiasi riordino, però, non può confliggere in maniera così evidente con le ragioni e le realtà territoriali, se non a costo di creare disagi e disservizi, lasciando sguarnite di prestazioni sanitarie essenziali intere aree.  Esattamente quel che accadrebbe, se dovesse verificarsi la chiusura dei reparti di ostetricia a Gallipoli e a Casarano”.

Anche in qualità di componente della Commissione salute e affari sociali della Camera, Salvatore Capone sottolinea che: “la razionalizzazione non può accadere a discapito dei territori, anche perché qualsiasi razionalizzazione e ristrutturazione dei servizi misura la propria efficacia ed efficienza proprio a partire dalla qualità reale che è capace di innescare in una logica ottimale costi/benefici. Né è possibile, come pure si apprende dai giornali, aver annunciato un mese fa il potenziamento di un reparto e oggi chiederne la chiusura. D’altra parte, è bene ricordarlo, un ospedale come quello di Gallipoli serve una popolazione che da giugno a settembre cresce in modo esponenziale. E’ necessario fare i conti anche con la realtà, prima di attuare scelte drastiche”.

Dall’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera fa sentire la sua voce anche Teresa Bellanova che ricorda come “in un periodo come questo, dove risparmio e spending review sono diventate assolute parole d’ordine, costi quel che costi, sembra che l’unica logica possibile da perseguire anche in sanità sia quella dei tagli lineari. E a prescindere dal costo sociale più complessivo che viene pagato. In questo caso, sguarnendo un’intera area territoriale, a pagare sarebbero innanzitutto le donne. Ecco perché mi auguro che in una Regione che ha fatto delle pratiche di genere una bandiera delle proprie politiche sociali, il Piano di riordino ospedaliero relativamente ai punti nascita di Casarano e Gallipoli consenta una rimodulazione a tutela delle donne, della maternità, delle madri, delle famiglie”.

Dai bachi del consiglio regionale il vice presidente vicario del gruppo consiliare Pdl-Fi, Saverio Congedo, è tornato anche lui ad argomentare sul nodo sanità e sui punti nascita a rischio nel Salento. “Merita massima e concreta attenzione la protesta dei sindaci di Casarano e Gallipoli” evidenzia Congedo, “e, più in generale, dell’area jonico-salentina cui si stanno sottraendo tutti i punti nascita con gravissimi disagi e rischi per le partorienti di una vasta comunità e per i loro bimbi. I pur necessari piani di razionalizzazione non possono essere concepiti in funzione di meri criteri  ragionieristici senza tener conto di aspetti logistici che possono rivelarsi decisivi nel garantire il diritto alla salute e nella tutela concreta della salvaguardia delle vite umane. Credo pertanto” conclude il consigliere salentino, “che vadano ascoltati i sindaci del territorio ed i comitati spontanei, significativamente bipartisan, operanti in difesa del diritto alla salute ed alla vita stessa delle rispettive comunità. Il governo regionale, l’assessore alla sanità e di conseguenza la Asl di Lecce, non si chiudano in rigidità precostituite e preconcette di cui ben presto potrebbero pentirsi. Correggere i propri errori è buon governo. Insisterci a tutti i costi non è rigore. E’ miopia, se non follia”

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