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Sanità ed escort: Michele Mazzarano si dimette dal Pd

Dopo Frisullo, arriva il caso Mazzarano, con l'esponente del Pd, tirato in ballo da Tarantini davanti ai magistrati: il candidato al consiglio regionale sceglie di dimettersi e ritirarsi

Lo scandalo della sanità e delle escort travolge un altro importante esponente del Pd regionale: dopo l'arresto di Sandro Frisullo, Michele Mazzarano, il cui nome sarebbe stato indicato dall'imprenditore Gianpaolo Tarantini quale secondo beneficiario di tangenti insieme all'ex vicepresidente della giunta regionale, si è dimesso da segretario organizzativo regionale del Pd e contemporaneamente ha ritirato la propria candidatura al consiglio regionale.

L'annuncio arriva a mezzo di una nota ufficiale dello stesso Mazzarano, che dichiara di aver appreso "con sconcerto" dalla stampa le dichiarazioni di Tarantini ai magistrati. L'esponente del Pd nega categoricamente di essere stato destinatario di tangenti e, tuttavia, non può non vedere come la situazione che si è determinata "rischi di penalizzare l'intero schieramento politico che sostiene il presidente Vendola, e segnatamente il Pd". Per questo, con "grande sofferenza", Mazzarano ha deciso di lasciare gli incarichi di partito e di ritirare la propria candidatura.

Anche il legale di Mazzarano, Gianni Di Cagno, ribadisce come il suo assistito abbia negato di aver percepito tangenti da Tarantini come da qualsiasi altro soggetto, dimostrando, con "alto senso civico e grande responsabilità politica, pur non sapendo neppure se è indagato o meno", di rinunciare alla propria candidatura alla Regione onde "evitare qualunque speculazione ai danni del suo partito e della coalizione di centrosinistra". Anche Di Cagno parla di "gravissima alterazione della competizione elettorale".

È l'ennesimo colpo di scena che ormai ad una settimana dal voto irrompe nella campagna elettorale: il segretario del Pd, Sergio Blasi, accoglie la decisione di Mazzarano come un gesto che "fa onore a lui ed alla sua storia di dirigente politico": "Non ho dubbi - dichiara - sull'integrità morale di Michele Mazzarano il cui gesto rappresenta un'ulteriore conferma dell'alta considerazione e del rispetto profondo che i dirigenti del Partito Democratico hanno della politica, delle istituzioni e del lavoro, difficile e pieno di insidie, della magistratura".

Ma il caso Mazzarano non resta l'unico. Anche dall'Asl di Lecce, il direttore generale, Guido Scoditti, tirato in ballo dalle notizie di questi giorni, contesta le ricostruzioni fatte da organi di informazione che lo descrivono "in atteggiamento di totale riverenza, gratitudine e disponibilità nei confronti dell'ex Vice Presidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, presumibilmente finalizzato a favorire qualcuno e collegando questo ad episodi irregolari di forniture sanitarie nell'ambito della Asl di Lecce": "Amareggia - afferma Scoditti - che l'usuale cortesia dello scrivente nei confronti di tutti gli interlocutori venga scambiata in atteggiamento di riverenza o asservimento (come riportato) o di gratitudine (e perché mai?). Chi conosce il sottoscritto sa bene quanto sia sempre, in qualsiasi circostanza e, soprattutto nei confronti di tutti, disponibile al dialogo sempre con lo stesso stile".

La magistratura barese, intanto, prosegue nelle indagini ed è alla caccia dei conti svizzeri del re delle protesi Tarantini, usati per elargire denaro ai politici. Ma c'è attesa per domattina, quando l'ex vicepresidente della Regione, Sandro Frisullo, sarà protagonista dell'interrogatorio di garanzia.

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