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Stato di emergenza per Montaguto: la Puglia attende

Il governo dichiara lo stato di emergenza, mentre in queste ore nell'avellinese approda Bertolaso: per la Puglia ore di attesa nel disagio, ma la svolta non arriverà. Tempi lunghi per le risoluzioni

LECCE - Montaguto, in attesa della svolta: la Puglia bloccata dalla frana sta alla finestra a guardare il caos dentro oltre un mese di immobilismo. Un caos calmo come ossimoro perfetto che fotografa il Sud nel proprio isolamento. Il governo italiano ha finalmente dichiarato l'emergenza, mentre si avviano i lavori per cercare di rimuovere il fango. Nel pomeriggio, approda nell'avellinese, atterrando con un elicottero il sottosegretario Guido Bertolaso: non sarà la svolta ed è persino prematuro pensare che ci siano poteri speciali che possano rimettere in moto ciò che è fermo da quasi quaranta giorni.

La frana lenta continua ad essere temibile e potrebbe, con l'aiuto delle piogge, complicare la situazione, sciogliendo la terra e trasportandolo già sotto forma di fanghiglia: esattamente il contrario di ciò di cui necessiterebbero camion ed escavatori per operare gli spostamenti utili allo sgombero dell'area interessata. Montaguto è l'immagine imperfetta di un Mezzogiorno rotto, piegato dalle ragioni politiche e territoriali spesso contrastanti tra loro. Di certo, non comunicanti.

Ci sono quattro milioni di pugliesi senza collegamento col versante tirrenico, mentre c'è un pezzo di Irpinia che contesta l'attenzione arrivata solo dopo il danno, quando, invece, la statale 90, interessata dalla frana, era già chiusa da ben quattro anni. Già sette i milioni impiegati per gli interventi e i progetti post frana, ma la messa in sicurezza dell'area e la liberazione dei binari, della strada potrebbero richiedere circa 14 - 15 milioni di euro totali. Incertezza anche sulla durata dei cantieri, con una grande incognita per il ripristino ordinario dei collegamenti: insomma, per la Puglia e per il Salento, non sembrano in arrivo grandi notizie.

Intanto una folta e rappresentativa delegazione Udc ha raccolto l'invito del presidente della provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, e del sindaco di Bari, Michele Emiliano di recarsi, in segno di protesta, sui territori della frana di Montaguto-Penne, che ormai da molte settimane blocca il collegamento ferroviario da Napoli a Foggi-Bari-Salento. La delegazione Udc composta, oltre che dallo stesso Ferrarese, anche da Angelo Sanza, Angelo Cera, Uccio Curto, Filippo Barattolo, Giannicola De Leonardis e Sergio Adamo, ha voluto così testimoniare la propria vicinanza alle popolazioni pugliesi, seriamente danneggiate dalla interruzione ferroviaria, e ha voluto, altresì, concorrere con i rappresentanti delle altre forze politiche regionali a denunciare l'assoluta disattenzione del governo centrale verso aree dell'Italia meridionale gravemente colpite dall'evento geofisico.

La manifestazione di protesta di quest'oggi ha immediatamente avuto un'eco positiva in seno al consiglio dei Ministri che ha finalmente provveduto a dichiarare lo stato di calamità e, quindi, ad inviare sul luogo il sottosegretario Bertolaso: "Siamo alle solite - precisano dall'Udc - un Mezzogiorno dimenticato che ha sempre bisogno di fatti eclatanti per farsi ascoltare dalle autorità politiche nazionali".

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