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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Obesità e rischio di cancro: pensiamoci ora

Almeno 16 tipologie di tumori differenti sembrano essere correlate a uno stato di obesità, che rappresenta il secondo fattore di rischio, dopo il fumo di sigaretta. Ne parla Stefano Faggiano, biologo nutrizionista presso la Clinica Petrucciani di Lecce

LECCE - Il cancro è un tumore maligno, ovvero una massa di tessuto che cresce in eccesso e senza controllo rispetto ai restanti tessuti, che rompe l’equilibrio tissutale, detto “omeostasi”. Il termine “tumore” fa riferimento al rigonfiamento del sito in cui si origina, dove forma la “neoplasia”, ovvero la “nuova formazione” di tessuto.

Quali sono le cause del cancro?

Possiamo affermare con certezza che la principale condizione predisponente all’insorgenza del cancro è rappresentata da fattori ambientali per almeno il 90% dei casi, mentre la restante percentuale è riferibile ad una predisposizione genetica. Il nostro esposoma, inteso come l’insieme dei fattori ambientali a cui siamo esposti, determina l’insorgenza e l’evoluzione della malattia. Almeno il 35% della mortalità per tumore è riferibile ad alimentazione e obesità.

Quando si parla di obesità?

Quando l’alimentazione dell’organismo è sovrabbondante rispetto al fabbisogno energetico, per un periodo di tempo medio e/o lungo, la composizione del corpo varia in favore di un aumento della massa grassa, che rappresenta il sito di stoccaggio energetico e biologico, con conseguente aumento del peso. Lo strumento utile alla determinazione dello stato di obesità è l’indice di massa corporea (IMC), ovvero l’indicatore di riferimento per gli studi epidemiologici e di screening di obesità utilizzato in campo scientifico, il cui risultato è determinato dal rapporto tra il peso corporeo (espresso in kg) ed il quadrato dell’altezza (espressa in metri). Tuttavia, l’IMC ha il limite di non poter valutare la reale composizione corporea e nemmeno la reale distribuzione del grasso nell’organismo, che si può determinare con altre tecniche, come la bioimpedenziometria.

E’ vero che oggi gli obesi sono più numerosi rispetto al passato?

Sì! Basti rivedere le fotografie di famiglia che ritraggono i nonni e bisnonni: decisamente più magri rispetto alla media della popolazione attuale. Lo stato di benessere economico e l’aumento della disponibilità alimentare hanno determinato una sovrabbondanza di energia non richiesta che ha determinato l’aumento della massa grassa nell’individuo medio, che oggi si muove meno rispetto al passato, ma che ha a disposizione una varietà di alimenti più ampia e con maggiore qualità. Un’altra osservazione empirica è, allo stesso modo, rappresentata dal semplice ricordo dei nostri cortili e/o giardini, un tempo popolati da ragazzini che giocavano a pallone o con le biciclette, ma oggi occupati da mezzi a 4 ruote.

Obesi perché gia ammalati

I disturbi dell’alimentazione e patologie psichiatriche incidono per 1/5 sull’insorgenza dello stato di obesità. Anche l’uso di alcuni farmaci, come antipsicotici e antidepressivi, può favorire l’insorgenza della patologia.

Obesità: quali sono i tumori più frequenti?

Secondo quanto suggerito dagli studi epidemiologici, i tumori più frequentemente associati ad uno stato di obesità interessano l’apparato digerente: esofago, stomaco, colon-retto, fegato, pancreas, reni e prostata. Nella donna, la malattia interessa prevalentemente il seno, l’utero e l’ovaio. L’obesità, purtroppo, oltre ad aumentare il rischio di insorgenza della malattia, espone a patologie più aggressive e recidive più frequenti.

Come limitare l’insorgenza dello stato di obesità e delle patologie ad essa correlate e con quali strumenti?

In un’ottica di prevenzione, la valutazione dello stato nutrizionale da parte del nutrizionista si rivela di fondamentale importanza per la determinazione del fabbisogno energetico e nutritivo dell’organismo, con il fine di abbassare l’incidenza delle patologie che si correlano allo squilibrio della composizione corporea. Il nutrizionista si avvale della bioimpedenziometria: un esame molto semplice e non invasivo che consente l’analisi qualitativa e quantitativa della composizione corporea e si basa sul principio secondo cui i tessuti biologici si comportano in maniera differente, in base alla loro composizione, se attraversati da corrente elettrica. In particolare, la misura dell’impedenza, ovvero la difficoltà della corrente di attraversare un materiale (in questo caso il tessuto biologico), consente di determinare la composizione compartimentale dell’organismo in termini di massa grassa, massa magra e liquidi corporei. Nell’individuo sano e normopeso, consiglio di sottoporsi ad esame bioimpedenziometrico con una frequenza semestrale, al fine di monitorare la composizione corporea nel tempo.

Il monitoraggio dei compartimenti risulta fondamentale nella valutazione dell’apporto energetico e nutrizionale. Esso permette, inoltre, la valutazione del risultato dello stile di vita e di consentire l’eventuale rettifica nel tempo.

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