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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Lecce, verso il 2012 sull'orlo del precipizio. Aspettando Conte

Per i colori giallorossi si chiude un anno tumultuoso: la rincorsa verso la salvezza, le voci estive sul calcioscommesse, la "dismissione" societaria, i nuovi scandali. Per Cosmi una missione quasi impossibile

 

LECCE – Il 2011 si chiude, per i colori giallorossi, non troppo diversamente dal 2010. Certo, un anno addietro la situazione di classifica era difficile, oggi è senza dubbio alcuno critica. Mancano diversi punti nel carniere, ma, soprattutto, è diverso il contesto: allora i problemi erano quasi esclusivamente tecnici, comunque sportivi, mentre negli ultimi mesi si sono addensate nubi che non lasciano presagire nulla di buono.

Sfiorata dal ciclone calcio-scommesse  già questa estate, la società salentina si ritrova nuovamente le luce della ribalta sparate addosso. Il secondo filone di indagine sta aprendo uno squarcio che rischia di diventare una voragine pronta a inghiottire mezzo calcio italiano e quel poco di illusione che è rimasta nei tifosi. Ingenui come uno spasimante che ha perso il lume della ragione, gli appassionati ancora cercano di giustificare la propria cieca devozione ad una religione laica che si rivela sempre più spesso, purtroppo, un Truman show sceneggiato da abili imbonitori con le testa rivolta al conto corrente più che al rettangolo di gioco. E non solo per le i fatti di attualità.

Nei verbali degli interrogatori, ultimo quello dell’ex piacentino Gervasoni, si fa riferimento a 6 o 7 giocatori “agganciati” per la combine di Lecce-Lazio, finita 2 a 4 con i giallorossi già salvi.  Preoccupa, senza dubbio, il ricorrere del nome di calciatori giallorossi ora nelle intercettazioni, ora nelle audizioni dell’inchiesta. Daniele Corvia, Stefano Ferrario, Antonio Rosati e Francesco Benussi.  La presenza di un ex – che all’epoca dei fatti contestati non vestiva più, e da tempo, la maglia salentina – ha generato confusione, tanto che il Palermo con  una nota ha smentito il coinvolgimento del proprio calciatore, sostenendo che in realtà il riferimento fosse per Max Benassi, che, a sua volta, si dichiara "completamente estraneo", come dichiara il suo legale, riservandosi di tutelare la propria immagine nelle apposite sedi contro coloro che lo accosteranno a comportamenti illeciti“  (fonte: Ansa).

In questa vicenda, sia chiaro, non si contano i millantatori ma la diffusione del malcostume appare così estesa e trasversale alle varie categorie da compromettere pesantemente l’immagine del calcio in quanto sport.

C’è poi un’altra deriva di questa stagione calcistica, ed è tutta leccese, che rischia di essere ugualmente fatale: il passo indietro della famiglia Semeraro, il dogma dell’autogestione, e tutto ciò che ne è derivato. Una campagna “prestiti” molto discutibile, un azzardo nella scelta iniziale della guida tecnica che non è stato sostenuto adeguatamente dal punto di vista dell’allestimento della rosa, una classifica a dir poco rovinosa. Una sorta di logica pare esserci. I conti tornano, almeno quelli negativi.

C’è ancora voglia di calcio giocato? Ognuno risponda per sé, il campo per tutti. Serse Cosmi, intanto, attende i due “banali” rinforzi che ha chiesto e non è detto che li avrà. Il Lecce è atteso da un inverno di orgoglio e di punti se non vuole eclissarsi all’inizio di primavera così come è accaduto al Bari. Sono ripresi gli allenamenti e alla prima conta mancavano undici elementi, tutti gli stranieri tranne Mesbah più Benassi, in permesso. Ripartire dalla Juve di Antonio Conte è compito assai difficile ma il carico di motivazioni extra legato al complicato rapporto del tecnico bianconero con la sua città natale e la tifoseria giallorossa potrebbe ridurre il gap tecnico e psicologico, lasciando aperta la gara ad ogni pronostico. In mezzo a tante preoccupazioni, una consolazione ci vorrebbe.

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