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Presunto illecito del patron, Matera deferito: e il Lecce ora sta a guardare

Per ora il campionato va avanti, ma se la vicenda legata alla gara con il Taranto del 2014, nel campionato di serie D, fosse provata, vi sarebbe il rischio di una retrocessione, che potrebbe quindi alimentare le speranze salentine di agguantare la serie B indipendentemente dall'esito della stagione

LECCE – Uno spiraglio per il Lecce. Una carta da giocarsi qualora le cose per il Matera si mettessero male. Una carta ulteriore, perché con la penuria di soldi molti club rischiano di non potersi iscrivere al campionato e quindi s’ipotizza che i salentini già possano fare ricorso per ripescaggio e saltare il fosso che lo divide dall’agognata serie B.

Al di là del risultato sportivo finale, con i play-off che sembrano ormai irraggiungibili. In fin dei conti, è ormai scaduta la sanzione aggiuntiva dovuta alla sentenza sportiva che l’ha spedito nell’inferno della Lega Pro, proprio quella che le impediva di chiedere di essere ripescata.

Lo spiraglio in questione (“mors tua, vita mea”) arriva dalla chiusura dell’istruttoria sul caso Taranto-Matera del 30 marzo 2014. Ebbene, la Procura federale della Figc ha deferito il Materia Calcio (all’epoca Asd Matera) per un presunto illecito sportivo, avvenuto in occasione della sfida in casa dei rossoblù jonici, poi vinta da questi ultimi per 1 a 0.  

Fu proprio l’allora presidente della formazione pugliese, Fabrizio Nardoni, a denunciare i fatti, dopo che alcuni giocatori ne parlarono con la società. Stando alle accuse, il patron del Matera, Saverio Columella, avrebbe tentato di alterare il risultato a proprio vantaggio. A fine stagione i lucani riuscirono in ogni caso a imporsi nel girone H, ma ora tutto potrebbe essere vanificato, con vantaggio – come detto - di altre formazioni al momento in Lega Pro, e, quindi anche del Lecce.

Il procuratore federale e il procuratore federale aggiunto hanno segnalato in queste ore alla sezione disciplinare del Tribunale federale nazionale sia il già citato Columella, sia Alessandro Desolda. Quest’ultimo, all’epoca dei fatti, era direttore sportivo del Taranto Football Club 1927. Il tutto, “per avere, prima della gara Taranto-Matera del 30 marzo 2014, posto in essere atti diretti ad alterare lo svolgimento ed il risultato della gara suddetta al fine di assicurare un vantaggio in classifica alla società lucana”.

La società lucana è chiamata in causa a titolo di responsabilità oggettiva per quanto contestato a Columella, ma anche a titolo di responsabilità presunta per le azioni che avrebbe messo in atto Desolda. E’ chiaro che passerà tempo per arrivare a una definizione del caso, per cui forse solo in estate si avrà un quadro più o meno definito. Per ora il campionato va avanti, ma basta una considerazione: in fin dei conti, il Lecce è stato retrocesso, come ha riconosciuto il Tnas, per una combine con il Bari in apparenza solo tentata. 

Ovvero, per aver posto in essere tutti quei passaggi finalizzati ad alterare la gara a favore dei giallorossi, a partire dal compenso pattuito con il difensore Andrea Masiello che gli sarebbe arrivato nelle mani dall’allora presidente Pierandrea Semeraro tramite il suo emissario, l’imprenditore Carlo Quarta. Tutto questo, a fronte di una partita che si disputò invece in modo regolare, autogol o meno dello stesso Masiello. E la vicenda di Taranto-Matera ha qualche analogia. Vi sarebbe stato l’approccio di Columella per cercare un buon esito suo favore, indipendentemente da come andata. Cioè, con una gara disputata regolarmente. E se questo fosse provato, e se la legge è uguale davvero per tutti… 

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