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Aragoste e datteri di mare, prelibatezze proibite: maxi multa e denuncia

La scoperta durante un controllo della guardia costiera nel mercato ittico. Il titolare di una pescheria aveva esposto le aragoste, nonostante il divieto in vigore fino al termine di aprile. E in una vettura c'erano anche i frutti di mare, la cui pesca è assolutamente proibita

GALLIPOLI – Le aragoste, esposte sul bancone in un periodo di fermo per la pesca di questa specie, sono state in fin dei conti il guaio minore, per quanto la sanzione sia di quelle che non fanno chiudere occhio la notte: 4mila euro. Sotto l’aspetto penale il vero problema si è rivelato l’ulteriore ritrovamento di un chilo e mezzo di datteri di mare. Pescarli è assolutamente vietato, perché farlo implica abbattere tratti di scogliera.

La scoperta è avvenuta questa mattina ad opera dei militari della capitaneria di Porto di Gallipoli durante un controllo nelle pescherie del mercato ittico locale.

Tutto bene, fin quando i militari non si sono imbattuti in uno dei commercianti che aveva tranquillamente esposto sul bancone del suo punto vendita otto esemplari di aragoste. Considerato il periodo di fermo pesca per permetterne la riproduzione (che durerà fino a fine aprile; nel caso del pesce spada, invece, fino al termine del mese in corso), è stata spiccata una pesante sanzione. Le aragoste, d’altro canto, erano in ottimo stato, secondo quanto constatato dal servizio veterinario dell’Asl, e per questo, dopo il sequestro, sono state donate in beneficenza al centro di recupero minorile di Boncore-Nardò.

Ma non è finita lì. Il grosso doveva ancora avvenire. Vicino al mercato ittico la guardia costiera ha notato un’auto, nel cui bagagliaio erano riposti i datteri di mare, evidentemente appena pescati, nonostante il fermo divieto perché pratica particolarmente dannosa per l’ecosistema marino.

Il veicolo è stato aperto dallo stesso esercente già sanzionato per le aragoste. Questi, pur non essendo il proprietario dell’automobile, ha rivendicato la proprietà dei frutti di mare. I datteri, data l'impossibilità di reintrodurli nel loro habitat naturale, nonostante fossero vitali, sono stati distrutti. Il titolare della pescheria ed il possessore del veicolo sono stati entrambi denunciati all’autorità giudiziaria per detenzione e ricettazione di specie vietata.

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