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Presunti abusi edilizi, “Parco Gondar” è libero: via i sigilli. Tutti assolti

Emesso il verdetto sulla struttura di 30mila metri quadrati, sequestrata per la prima volta nel marzo del 2015. I titolari: “Siamo persone per bene. Grazie a chi ci ha sostenuto, ma la riapertura non sarà automatica”

GALLIPOLI - Il sipario su quel palco cavalcato da musicisti di fama nazionale e internazionale era calato per la prima volta nel marzo del 2015. Quando le fiamme gialle apposero i sigilli su Parco Gondar, una struttura di 30mila metri quadri a Gallipoli diventata un rinomato contenitore di eventi estivi, iniziò una dura battaglia giudiziaria, segnata, due anni dopo da un nuovo sequestro, e terminata ieri con il dissequestro della struttura e l’assoluzione di tutti gli imputati.

Le accuse a vario titolo erano di falso ideologico, invasione di terreni e deturpamento, realizzazione di opere abusive su demanio marittimo e lottizzazione abusiva.

La sentenza è stata emessa ieri dal giudice Bianca Maria Todaro, al quale il pubblico ministero Alessandro Prontera aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione per tutti e la confisca del “Parco”.

Ma come detto, il verdetto è stato assolutorio e, in merito alle presunte violazioni in materia di edilizia, lo è stato per intervenuta prescrizione.

Al banco degli imputati erano finiti gli amministratori della Gondar srl, Ferruccio Errico,di Gallipoli, anche nelle vesti di legale rappresentante della società “Sold Out” e Christian Scorrano; i tecnici progettisti: Antonio Ferilli; Mario Stefanelli; Franco Ancora, tutti di Gallipoli; Sergio Leone di Taviano, all’epoca dei fatti, funzionario delegato alla firma per Dirigente del settore urbanistico, Giuseppe Cataldi, dirigente del Settore Urbanistico.

Grande soddisfazione quella espressa dal titolare Errico che in un lungo post su facebook ha ringraziato tutti coloro che li hanno sostenuti in questi anni, precisando però che la strada da percorrere non sarà semplice: “Questa vittoria non vuol dire che Parco Gondar riaprirà automaticamente, il colpo è economicamente troppo duro, tutti abbiamo testato cosa voglia dire un anno senza lavoro immaginate tanti anni senza alcun sostegno e con spese che corrono. Non è stata la possibilità di riaprire a darci energie, ma la voglia di verità e di ripagare tanta fiducia. In un paese in cui a volte è difficile accettare i meriti altrui volevamo che fosse affermato che siamo persone per bene che hanno lavorato nel rispetto delle regole senza alcuna scorciatoia con la determinazione come unica motivazione e per questo abbiamo lottato nelle sedi opportune senza risparmiarci.

Dunque grazie a tutti ci godiamo questa vittoria, vedremo cosa la vita ci presenterà in futuro pronti a nuove sfide senza esaltazioni o limiti preventivi ma con una grande consapevolezza che a tante persone dobbiamo dire grazie”.

A difendere gli imputati ci hanno pensato gli avvocati Luigi Covella, Ladislao Massari, Fabrizio Ferilli, Giuseppe Bonsegna, Sabrina Conte, Carlo Viva, Francesco Colloridi.

Le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni.

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