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S.M. Leuca Castrignano del Capo

Gettati in mare dopo la traversata, trentasei immigrati tratti in salvo

I numeri dell'ennesimo sbarco nel Capo di Leuca raccontano il dramma umano dei clandestini, buttati in acqua e recuperati a terra dalle forze dell'ordine: all'appello, dai primi dati, potrebbero mancare una ventina di individui

CASTRIGNANO DEL CAPO - Gettati in mare dopo la lunga traversata nelle acque del Mediterraneo per raggiungere la terraferma: il destino dei trentasei immigrati, protagonisti dell'ultimo sbarco in ordine di tempo sulle coste salentine, ha assunto ancora di più i tratti della drammaticità, con un epilogo che certamente non avevano messo in conto. Non in questi termini, almeno.

Il carico umano, composto da uomini adulti e tre minori, quasi tutti cingalesi (ma fra loro anche un indiano e un pachistano), ha raggiunto a nuoto la costa di Santa Maria di Leuca, ma restano i dubbi sull'effettiva completezza dei numeri. Intercettati e ritrovati a terra dalle forze dell'ordine, gli immigrati avrebbe dichiarato la presenza sull'imbarcazione (dileguatasi in mare aperto insieme agli scafisti) che li ha condotti nel Salento di una sessantina di persone: al momento, quindi, secondo questa prima ricostruzione, mancherebbero all'appello una ventina di individui, che risulterebbero dispersi.

Un elicottero dei vigili del fuoco ha sorvolato lo specchio di mare per le perlustrazioni, la capitaneria di porto di Gallipoli, a sua volta, ha inviato una motovedetta, ma per il momento non è stato trovato nulla che faccia sospettare un tragico epilogio.

Solo un errore di una comunicazione difficoltosa o numeri che aprono ad altre ipotesi? Le forze dell'ordine intervenute, dalla polizia provinciale di Lecce - che conduce le indagini, essendo il primo corpo ad essere intervenuto - al commissariato di Taurisano, passando per i carabinieri della compagnia di Tricase, non tralasciano alcun dettaglio e stanno proseguendo le ricerche. C'è anche l'ipotesi che qualche migrante sia riuscito a dileguarsi nell'entroterra, dopo lo sbarco.

Dal punto di vista dello stato di salute, i trentasei che ora si trovano al centro "don Tonino Bello" di Otranto, supportati dal personale medico e dai volontari della Misericordia, sono in buono stato di salute: per tre persone, si è dovuto procedere al trasporto presso l'ospedale di Gagliano del Capo, per degli accertamenti. Nel pomeriggio, verranno avviate le operazioni di identificazione.

Ulteriori dettagli nelle prossime ore

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