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Sabato, 27 Aprile 2024
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Alloggi via Birago, uffici e assessorati assenti in commissione: riunione rinviata

L’assemblea congiunta doveva motivare il blocco dei lavori e i ritardi nella consegna della struttura ma si è risolta con un nulla di fatto per le defezioni di chi doveva fornire risposte: nuova convocazione fra una settimana

LECCE - C’era attesa per la convocazione della commissione consiliare congiunta che doveva far luce sulla situazione degli alloggi di via Birago, dopo che, nei giorni scorsi, Lecceprima (e non altre testate erroneamente citate nella riunione, ndr) aveva acceso una luce sui ritardi che stanno caratterizzando il progetto e che non hanno permesso la consegna nei tempi previsti, con tutta una serie di disagi per quanti attendono di vedere rispettato un proprio diritto (in particolare, la storia di Marta che si appoggia coi figli in una stanza che le offre un familiare, mentre il marito è costretto a dormire in macchina) e, invece, grazie alla burocrazia, vivono da anni in un limbo, da cui non si riesce a uscire.

L’assemblea, richiesta con urgenza dai consiglieri presidenti delle commissioni ai Servizi sociali e ai Lavori pubblici, Alessandro Costantini Dal Sant e Antonio De Matteis a poche ore di distanza da quel racconto di cronaca, era stata convocata per il 2 ottobre a Palazzo Carafa, con l’intento di far partecipare gli uffici incaricati di seguire la pratica e la parte politica che ha competenza sulla vicenda, per chiarire le ragioni del blocco rispetto alle tempistiche di consegna e pretendere d’imprimere un’accelerata per garantire risposte chiare a chi aspetta da troppo tempo.

Sia De Matteis che Costantini Dal Sant hanno tenuto a sottolineare l’importanza del tema e la gravità della situazione, se riferita anche alla circostanza di persone costrette a dormire in auto. Saverio Citraro, nel suo intervento, ha chiesto al presidente della commissione Servizi sociali di attivarsi presso il competente assessorato per trovare subito una soluzione per il caso di specie.

Nella sostanza, però, dalla commissione congiunta arriva un nulla di fatto, perché le figure convocate per fornire risposte non si sono presentate, costringendo i presidenti a riaggiornare la seduta al prossimo 10 ottobre, confidando che l’esito sia differente. C’è chi ha ritenuto che la questione non fosse del settore di propria competenza, chi aveva il telefono staccato, chi non ha risposto e chi ha avuto un’urgenza sul cantiere. Si può pensare che magari i tempi di convocazione non abbiano permesso la partecipazione sperata. Il 10 ottobre diventa a questo punto l’occasione per rispettare l’obiettivo per il quale era stata convocata l’assemblea, ovvero “fugare ogni dubbio” sulla gestione della vicenda, visto che, per rendere vivibili le strutture, mancherebbero gli allacci di acqua e fogna e quello di una cabina elettrica, anche se si ignorano al momento le tempistiche necessarie.

Ed è un’occasione da non disperdere, visto che la sensazione finora è che non si sia voluto far sufficientemente luce sulla questione. Non aiuta, del resto, neanche sapere che le persone informate, convocate in commissione, abbiano ritenuto di non presentarsi, perché, al di là di ogni legittimo impedimento personale, è complicato spiegare a chi attende risposte e vive nel disagio che esista un impegno più improrogabile del diritto a una casa e del fare in modo che venga rispettato.

Sulla parete della scuola popolare di Barbiana, quella fondata da don Lorenzo Milani, campeggiava un motto scritto a chiare lettere, ovvero “I care”, traducibile con “m’interessa”, “mi sta a cuore”. Un messaggio forte perché contrario al “me ne frego” fascista. Ecco, anche qui, è l’interesse a una questione che fa la differenza: non quello inteso come opportunismo, utilità, vantaggio o profitto, ma come motore che muove le azioni quando si ha a che fare coi bisogni e le necessità delle persone.

Allora la domanda (volutamente provocatoria) da fare agli amministratori e agli enti coinvolti nella vicenda: interessa davvero e sta a cuore fornire risposte concrete sulla questione? Interessa e sta a cuore risolvere il disagio di chi ha un diritto che vede calpestato da tempo? Perché la differenza tra parole e azioni è tutto in quel concetto di “interesse” come “stare a cuore”.

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