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Anziani sui cantieri, sicurezza come peso, pochi controlli: circolo vizioso

Nelle dichiarazioni dei rappresentanti di Cgil e Cisl alcuni dei nodi principali di una questione drammatica, non certo nuova. Oltre a domande le cui risposte verranno dalle indagini

LECCE - Quattro vittime sul lavoro, tre incidenti gravi: il bilancio della provincia di Lecce relativo a questo primo semestre del 2022 è da bollino rosso. E poi ci sono i piccoli infortuni: l'ultimo report mensile di Inail, aggiornato alla fine di aprile, riferiva di 1.745 episodi segnalati. La contabilità è inesorabile, ma non si placa lo sgomento davanti a episodi come quello che stamattina ha fatto registrare la morte di Donato Marti, 72enne di Avetrana impegnato in lavori di ristrutturazione a Lecce (qui l'articolo). 

Valentina Fragassi, segretaria generale Cgil Lecce, pone l'accento su un elemento che è sempre più evidente: “Piangere la morte di un pensionato sul luogo di lavoro deve far riflettere sulla condizione degli anziani che raggiungono l’età per ottenere l’assegno previdenziale. Si pone una questione di vera e propria sopravvivenza per chi arriva alla pensione dopo 40 anni di duro lavoro e di colpo si ritrova a fare i conti con lo stato di bisogno. Questa è una condizione che purtroppo riguarda molti cittadini della provincia di Lecce, dove gli assegni pensionistici sono tra i più bassi d’Italia. Molti pensionati sono quasi costretti a ricorrere a lavori extra, spesso di fortuna”.

Per Simona Cancelli, segretaria generale Fillea Cgil Lecce si tratta di “un evento ancor più inaccettabile conoscendo l’età della vittima: associare la parola lavoratore ad una persona di 72 anni è davvero difficile. A quell’età bisognerebbe godersi il riposo dopo una vita di sacrifici. I numeri sugli infortuni che riguardano lavoratori over 55 pone anche la grande questione sull’opportunità di anticipare l’età pensionabile per lavori particolarmente usuranti, come quelli che si svolgono nel settore delle costruzioni. Così come l’incremento massiccio di infortuni tra il 2021 ed il 2022 fotografa l’insostenibilità di un sistema che ancora non dimostra molta attenzione alla sicurezza sul lavoro, fino a scaricare sui lavoratori il costo della ripresa economica”.

Mentre è in fase di costituzione l'osservatorio provinciale legato al protocollo sulla sicurezza firmato all'inizio di maggio in prefettura, si rinnova la richiesta del sindacato di interventi strutturali: da parte dello Stato in personale in grado di garantire le ispezioni, da parte della Regione per la formazione in tema di sicurezza sul lavoro e, infine, da parte delle aziende per il rispetto sostanziale delle norme vigenti. 

Sulla punto debole dei controlli insiste Ada Chirizzi, segretaria generale Cisl Lecce: “È ormai inaccettabile la scia di sangue che sta investendo la provincia di Lecce con l'ennesimo incidente mortale in un cantiere edile. La sicurezza e la tutela della salute nei luoghi di lavoro devono essere, lo ribadiamo con forza, la priorità nell'azione da parte del Governo in tema di lavoro. È necessario intensificare i controlli e inasprire le sanzioni ma bisogna soprattutto rafforzare la formazione e investire nella cultura della prevenzione. La qualificazione delle imprese con la patente a punti e una norma premiale per quelle in regola possono aiutare a fermare questa strage senza fine”.

Raimondo Zacheo, segretario Filca Cisl Lecce pone una serie di domande le cui risposte verrano, ci si augura, dalle indagini: “Nell'esprimere ancora una volta sentimenti di solidarietà e vicinanza alla famiglia del lavoratore deceduto, nella nostra mente riecheggia la notizia della sua età. 72 anni! Cosa ci faceva un lavoratore, a qualsiasi titolo lo fosse, su una impalcatura a 72 anni? E le considerazioni ed i pensieri si sovrappongono. Quali le necessità? E quali le responsabilità? Come poteva essere evitato?”.

Dal Comitato consultivo provinciale di Inail il presidente Donato Congedo pone anche il tema della consapevolezza da parte dei lavoratori dei pericoli che si corrono in determinate situazioni:  “Vanno innanzitutto riconosciute e premiate le imprese virtuose che rispettano le norme sulla sicurezza a differenza di chi non si attiene ai minimi criteri e ai minimi standard necessari per evitare infortuni. Invitiamo i lavoratori che operano in cantieri non a norma sulle misure di sicurezza a contattare gli Rlst, ovvero i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale, che hanno proprio il compito di verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza mediante sopralluoghi in cantiere”.

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