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Sabato, 27 Aprile 2024
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Violenza di genere: il 60 per cento delle vittime ha redditi bassi. Ora si punta al lavoro

È stato presentato nella mattinata di oggi, presso la sede leccese della Regione, un progetto Arpal Puglia sull'inserimento lavorativo di donne vittime di violenza e dei figli conviventi. Presenti anche i Centri anti violenza, case rifugio e gli Ambiti territoriali

LECCE  - È meno "Bel" il nostro Paese quando si parla delle politiche del lavoro delle donne. L’Italia si colloca infatti sui gradini più bassi, tra gli Stati membri europei, nella classifica sulle discriminazioni nell’accesso del mercato professionale. Ma questa non è una novità. Inutile, tuttavia, celebrare la giornata contro la violenza di genere se non si affrontano questioni spinose e non più rinviabili come quelle precarietà, del gap salariale e dei demansionamenti di genere.

Soprattutto alla luce di un altro dato: il 60 per cento delle donne vittime di violenze fisiche, emotive e sessuali, è collocabile in una fascia economica ad alta vulnerabilità. Aspetto che aggrava gli stati di subordinazione psicologica, rendendole sottomettibili. Allora si fa sempre più strada l’espressione “violenza economica”. Da qui intende ripartire Arpal, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro che, questa mattina, presso la sede leccese dell’ente, ha presentato il progetto denominato “Ri.vi.vi”, acronimo di Riconquista dell’indipendenza per le vittime di violenza.presentazione rivivi 1

È un’iniziativa inedita e sperimentale sul tema della violenza economica perpetrata contro le donne: nasce da uno studio elaborato assieme ai Centri antiviolenza “Renata Fonte”,  “Il Melograno”, “Dafne” e “Malala Yosafzai” , della casa rifugio “Nazareth”, degli Ambiti territoriali sociale e in collaborazione con la Provincia di Lecce. L’idea è quella di puntare sull’inserimento lavorativo delle cittadine che sono ospiti di queste strutture, perché allontanate dalle case di origine per episodi di violenza. La presa in carico è anche rivolta ai figli che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età, disoccupati o in cerca di una prima occupazione.

Come dimostrano ogni anno i dati divulgati dagli operatori sul fenomeno, le donne spesso rinunciano a denunciare presso le forze dell'ordine episodi di violenza e reati gravi  nel timore di non poter badare a se stesse o ai propri figli. Costrette a subire vessazioni e molestie fra le mura domestiche, difficilmente potranno affrancarsi da un incubo se non vengono messe nelle condizioni di ottenere una indipendenza economica che consenta loro di pagare un affitto e di provvedere ai fabbisogni.

Ecco perchè non più è sufficiente parlare soltanto di risvolti penali e di certezze della pena per gli aggressori. Alla medicina è sempre preferibile la prevenzione: le donne economicamente indipendenti saranno donne che potranno scegliere. Anche di andarsene. Anche di denunciare. Anche di dire di "no".

Cav, case rifugio e Ambiti territoriali presenti

Cambia dunque l’assetto dei Centri per l’impiego, che come già accaduto con i migranti, ora aprono ad altre categorie fragili. Le donne vittime di violenza, appunto. Un team tutto salentino sarà ora in contatto con le realtà datoriali che hanno già preso accordi per avviare le cittadine maggiormente svantaggiate. Vale per gli uffici dei Cpi di Campi Salentina, Casarano, Galatina, Gallipoli, Lecce, Maglie, Martano, Nardò, Poggiardo e Tricase.

Ma i Cav, le case rifugio, gli Ambiti sociali e le beneficiarie dei progetti di inserimento lavorativo potranno rivolgersi direttamente al personale Arpal, composto tra gli altri anche da psicologi. Per contattare gli uffici basterà telefonare al numero 389/5017189 dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 14.E martedì e giovedì anche dalle 15 alle 17. Oppure inviare una mail a coordinamento.lecce@regione.puglia.it.

Il video: dichiarazioni del dirigente e della consigliera di Parità

Presenti, durante la conferenza stampa, Luigi Mazzei, dirigente del Coordinamento servizi per l’impiego di Lecce Arpal; Barbara Rodio, criminologa e specialista nel mercato del lavoro di Arpal Puglia e Filomena D’Antini, consiglierà di Parità presso Palazzo dei Celestini. Hanno inoltre preso parte anche soci e dipendenti delle varie cooperative, dei Centri anti violenza (tra i quali quello di Galatina, l’unico pubblico) e il personale dei vari Ambiti del territorio.
 

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