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Martedì, 30 Aprile 2024
Presa di posizione

Il Siulp di Lecce denuncia: “Reparto anticrimine a rischio chiusura”

Il sindacato di polizia si dice contrario all’adozione di “Strade Sicure” nel capoluogo salentino e punta l’indice contro la riorganizzazione annunciata dal ministero dell’Interno: “Rigurgito di militarizzazione delle nostre attività”

LECCE -Contrario all’ipotesi di impiegare militari in strada si è detto Mirko Bray, il segretario locale del Siulp, uno dei sindacati dei lavoratori di polizia, perché tale scenario – si legge in una nota – “intacca il patto sociale tra lo Stato e i cittadini che demanda alla Polizia di Stato la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. Tutto ciò a fronte di un facilmente ipotizzabile insuccesso”.

L’applicazione eventuale del protocollo “Strade Sicure” anche a Lecce, che il sindaco Salvemini ha chiesto al ministero di valutare in relazione ai punti più sensibili in fatto di degrado e piccola criminalità, non è la strada giusta per il sindacato che inquadra la vicenda in un contesto ben più ampio: “Già lo scorso 4 aprile avevano avvertito un rigurgito di militarizzazione delle attività di polizia, quando il capo della Polizia di Stato prefetto Vittorio Pisani, in un incontro con le organizzazioni sindacali, ha illustrato un progetto di riorganizzazione degli uffici che coinvolge anche un’articolazione strategica per il controllo del territorio come il Reparto Prevenzione Crimine di Lecce. Ovviamente dietro il termine riorganizzazione si cela la parola giusta, ovvero chiusura, ipotesi che oggi si manifesta in tutta la sua nefandezza, in quanto si ipotizza di sopprimere un ufficio altamente specializzato proprio nell’attività di presidio del territorio, motivo per cui riteniamo fermamente che nel tavolo che il  prefetto Rotondi si appresta a convocare, l’argomento da dibattere, che potrebbe risultare più utile alla causa di cui si discute, sia la levata di scudi per scongiurare che quanto allo studio del Viminale si concretizzi, è evidente che il contrario si tramuterebbe in un arretramento dello Stato i cui effetti ricadrebbero non solo sulla città di Lecce ma su tutto il territorio salentino”.

Per il Siulp, invece, bisognerebbe rilanciare il reparto con “una massiccia iniezione di nuovi operatori: “Solo questo permetterebbe di garantire un modello di sicurezza strutturale in grado  di innalzare il livello di sicurezza per Lecce e per l’intero hinterland, con l’impiego di operatori formati per questo scopo, al contrario il personale  dell’Esercito viene addestrato per operare in scenari di guerra e gli vengono  ordinariamente affidate mansioni molto lontane da quelle necessarie per  garantire la sicurezza in un contesto urbano”.

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