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Cronaca Morciano di Leuca

Accorpamento di terreni in zona agricola: Cassazione annulla le condanne

Si tratta di due sentenze fondamentali, poiché esprimono l'orientamento della sezione specializzata nei delitti di falso

LECCE – La quinta sezione della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio due sentenze di condanna per falso, emesse dal Tribunale di Lecce e poi confermate dalla Corte di appello, nei confronti dei proprietari dei fondi, dei tecnici privati, e dell'ex responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Morciano, Giuseppe Renna.

La Suprema Corte, accogliendo il ricorso dell'avvocato Silvio Verri, ha assolto gli imputati ritenendo che l'articolo 51 della regge regionale 56/1980 non sia più vigente, e soprattutto che i protagonisti della vicenda abbiano agito senza dolo. 

In particolare, nel ricorso si rilevava l’illogicità delle sentenze dei giudici di merito, in quanto nella medesima motivazione si dava atto dell'esistenza di una incertezza giurisprudenziale in materia di accorpamento, e nel contempo si riteneva "macroscopica" la illegittimità dei permessi di costruire, tanto che gli imputati dovevano necessariamente esserne consapevoli, escludendo ogni ipotesi di errore in buona fede.

Si tratta di due sentenze fondamentali, poiché esprimono l'orientamento della sezione della Corte di Cassazione specializzata in delitti di falso, che ribalta completamente l'esito dei processi che sino a oggi si sono svolti innanzi al Tribunale di Lecce.

Nella vicenda degli accorpamenti in zona agricola ritenuti falsi dalla Procura di Lecce sono rimaste coinvolte centinaia di persone del Capo di Leuca (in particolare nei Comuni di Morciano, Patù e Castrignano del Capo).

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