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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Corigliano d'Otranto

La ex convivente lo accusa di maltrattamenti, ma la giudice lo assolve

Un 42enne di Corigliano era finito al banco degli imputati per presunte vessazioni nei riguardi della donna con cui aveva avuto una relazione. Per la difesa, solo menzogne. Il verdetto: “Il fatto non sussiste”

CORIGLIANO D'OTRANTO - Rischiava tre anni di reclusione, tanti ne aveva invocati la Procura nel processo a un 42enne di Corigliano d’Otranto, accusato di maltrattamenti in famiglia nei riguardi della ex con cui aveva avuto una relazione lunga dieci anni. Ma la giudice Valeria Fedele lo ha assolto con la formula “perché il fatto non sussiste”.

E’ terminata così ieri nel tribunale di viale de Pietro a Lecce la vicenda giudiziaria nata dalla querela sporta da una donna di 31 anni che raccontò di aver subito soprusi nel periodo della convivenza, dal 2016 al 2018. Riferì che l’uomo sarebbe arrivato a lanciarle addosso una sedia di ferro.

Durante il dibattimento, la presunta vittima che si era costituita parte civile con l’avvocato Oronzo Maggiulli, ascoltata dalla giudice, aveva aggravato ulteriormente le accuse.

Anche in ragione di questo, quindi delle differenti argomentazioni riportate dalla stessa prima in sede di denuncia poi in aula, l’avvocato difensore Alberto Corvaglia aveva sollevato la sua inattendibilità.

Il legale, inoltre, aveva evidenziato la mancanza di riscontri oggettivi alle dichiarazioni accusatorie come l’assenza di referti medici sulla presunta aggressione fisica e il fatto che nessuno dei testimoni avesse confermato le minacce di morte subite anche pubblicamente.

Quanto all’aspetto giuridico, infine, la difesa aveva osservato l’assenza del presupposto  necessario a qualificare il reato di maltrattamenti: la continuità delle vessazioni fisiche e psicologiche.

Le motivazioni non sono ancora note, ma non è escluso che nella decisione della giudice abbia pesato anche un procedimento penale sfociato in un decreto di citazione diretta a giudizio della presunta vittima, ritenuta dagli inquirenti la mandante dell’incendio della vettura della nuova compagna dell’imputato.

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