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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Anziano disabile maltrattato e rapinato di 20mila euro: assolti figlia e genero

Non hanno retto le accuse nel processo che vedeva imputata una coppia. La Procura aveva invocato quattro anni a testa. I fatti, dal dicembre del 2020 al giugno del 2021

LECCE - Erano finiti al banco degli imputati con accuse molto gravi, quelle di aver maltrattato ripetutamente un anziano disabile e di essersi impossessati dei suoi soldi (del reddito di cittadinanza e della pensione di invalidità) per una somma totale di circa 20mila euro. 
Per la coppia di conviventi, lui, di 32 anni, e lei, di 24, figlia della presunta vittima, residenti in un comune del Basso Salento, la Procura aveva invocato quattro anni di reclusione per maltrattamenti, ritenendo invece non sussistente la contestazione di rapina. Ma, al termine del processo, per il collegio giudicante presieduto dalla giudice del tribunale di Lecce Annalisa De Benedictis non ha retto neppure il primo reato e il verdetto è stato così di assoluzione. 
I coniugi, assistiti dall’avvocato Giuseppe Presicce, hanno sempre respinto gli addebiti e durante il dibattimento, la loro versione sarebbe stata accreditata dalla testimonianza di un’assistente sociale.
Per saperne di più, bisognerà attendere le motivazioni del dispositivo che saranno depositate nei prossimi giorni.
Secondo la ricostruzione accusatoria, dal dicembre del 2020 al giugno del 2021, la figlia e il genero, quando vivevano sotto lo stesso tetto dell’anziano, avrebbero offeso ripetutamente l’uomo sulle sue condizioni di disabilità e l’avrebbero picchiato: l’uno con schiaffi, spinte contro il muro e pugni; l’altra avrebbe assistito passivamente alle aggressioni, ma in alcuni casi non avrebbe esitato a colpirlo in testa con uno spruzzino o una bottiglia. I due, inoltre, si sarebbero impossessati di somme di denaro del familiare, negandogli non solo la restituzione delle stesse, utilizzandoin ogni caso condotte violente, ma anche di consegnargli importi sufficienti al proprio sostentamento. Tanto che, esasperato, l’anziano avrebbe lasciato l’abitazione, trovando ospitalità in una parrocchia, per poi sporgere denuncia ai carabinieri.
Durante lo svolgimento dell’inchiesta, i due imputati furono sottoposti all’obbligo di allontanamento dalla casa familiare e dal divieto di avvicinamento alla persona offesa, misure venute meno alla luce del verdetto.
 

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