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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Arrestato dopo la rapina col fucile : "Ero drogato, ricordo poco di quella notte"

Tra le lacrime Antonelli ha ammesso le proprie colpe, spiegando di avere vaghi ricordi dei drammatici eventi di cui è stato protagonista

LECCE – “Ricordo poco di quella notte, se non alcuni drammatici momenti”. Sono state queste alcune delle parole pronunciate tra le lacrime da Francesco Antonelli nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto dinanzi al gip Simona Panzera, che si è tenuta questa mattina nel carcere di Borgo San Nicola. Il 40enne leccese è stato arrestato martedì notte dagli agenti delle Volanti, con l’accusa di rapina aggravata dall’uso delle armi, lesioni, ricettazione e porto abusivo d’arma da fuoco. Il gip ha convalidato l’arresto e confermato la custodia cautelare in carcere.

L’uomo, assistito dall’avvocato Cristiano Solinas, ha spiegato di avere gravi problemi legati alla tossicodipendenza. E’ stata con ogni probabilità proprio l’assunzione di una forte dose di sostanza stupefacente a scatenare il “corto circuito” a livello psichico che ha poi generato i drammatici eventi della notte tra il 13 e il 14 settembre. Antonelli, già arrestato nell’agosto del 2012 per una vicenda analoga, ha trascorso un lungo periodo in comunità, sotto l’egida di padre Mario.

Martedì notte Antonelli ha atteso che una donna si fermasse a un distributore, la Total-Erg di via Merine, per fare rifornimento di carburante e poi, minacciandola con un fucile a canne mozze, l'ha rapinata, strappandole la borsa. Ciò che non si aspettava, probabilmente, è stata la reazione della vittima, una 46enne che ha affrontato il rapinatore, che nella colluttazione ha colpito la donna provocandole una ferita lacero-contusa al labbro e alcune escoriazioni, con una prognosi di circa dieci giorni. Poi è entrato nell’auto della 46enne, una Y10 vecchio tipo, ed è fuggito via sparando un colpo in aria. La vittima ha cercato inutilmente di recuperare dall’auto il suo telefono cellulare. Con il volto sanguinante si è piazzata su via Merine cercando disperatamente aiuto. Le prime due auto, però, hanno volutamente ignorato la donna ferita. Solo la terza, con a bordo un gruppo di ragazzi, ha soccorso la 46enne, chiamando il 118 e il 113.

Sul posto è intervenuta pochi minuti dopo una Volante della polizia, che ha raccolto la deposizione della donna che, nonostante lo choc subito, ha saputo descrivere il rapinatore nei dettagli. Una descrizione e un modus operandi che hanno subito messo gli agenti sulle tracce del possibile autore. I poliziotti hanno raggiunto l’abitazione dell’uomo, a circa 100 metri dal luogo della rapina. Poco dopo hanno visto arrivare a piedi Francesco Antonelli, leccese di 40 anni, con gli abiti descritti dalla vittima, tra cui un giubbotto di pelle. Alla vista degli agenti il 42enne ha esploso un colpo di fucile e si è dato alla fuga. La polizia ha inseguito l’uomo, che si è introdotto in un’abitazione poco distante dalla sua. Dopo aver messo in sicurezza la famiglia, gli uomini delle Volanti hanno perquisito lo stabile, ma del rapinatore non c’era traccia. Hanno però recuperato il fucile a canne mozze, perso durante la fuga e risultato rubato lo scorso luglio a Martano.

La caccia all’uomo si è conclusa poco dopo, Antonelli è stato bloccato, nascosto sotto una branda,  nel garage di proprietà della sua famiglia dove abita. Alla vista dei poliziotti ha urlato un grottesco: “Non sono stato io”. Nella tasca del giubbotto sono state recuperate alcune cartucce del fucile, simili a quelle rinvenute nell’abitazione in cui il 40enne aveva cercato di nascondersi. Antonelli è stato quindi condotto in questura, dove ha incrociato la vittima che stava sporgendo denuncia. Alla vista dell’uomo la donna ha urlato: “Eccolo, è lui!”, riconoscendo senza ombra di dubbio il rapinatore. L’uomo è stato condotto in carcere con le accuse di rapina, ricettazione, porto abusivo d’arma, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Solo grazie alla tempestività d’azione, al fiuto investigativo e alla grande professionalità degli agenti si è evitato che il 40enne riuscisse a fuggire e che ci fossero conseguenze ben più gravi. 

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