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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Porto Cesareo

Arrestato l'autore del ferimento a Torre dell'Orso

Arrestato questa mattina a Porto Cesareo l'autore del ferimento con un colpo di pistola di una ragazza nella marina di Melendugno. Antonio De Trane era nascosto all'interno di un casolare di campagna

Si era reso irreperibile da circa tre settimane dandosi alla macchia e fiutando di avere alle calcagne gli inquirenti. Ad indirizzare i carabinieri della compagnia di Lecce sulle tracce di Antonio De Trane, dopo continui spostamenti e avvistamenti anche nel territorio barese, è stato l'amor materno. Seguendo i movimenti della donna che quotidianamente raggiungeva il covo in cui il figlio si rifugiava, questa mattina alle prime luci dell'alba, i detective dell'Arma hanno stanato il presunto feritore della giovane 17enne di Galugnano, colpita all'addome da un proiettile lo scorso 28 agosto a Torre dell'Orso.

Antonio De Trane, 36enne di Merine, frazione di Lizzanello, senza un fisso lavoro e volto noto alle forze dell'ordine per affari legati all'orbita degli stupefacenti e reati contro il patrimonio, è stato sottoposto al fermo di polizia giudiziaria con le accuse di tentato omicidio pluriaggravato, porto abusivo d'arma da fuoco, reati aggravati dalla discriminazione razziale e odio etnico, per aver definito il giovane aggredito, con un epiteto offensivo (negro di m....). De Trane si era nascosto all'interno di un casolare di campagna nella zona di Porto Cesareo, dove stava svernando. Si era rifugiato in una dependance attigua all'abitazione vera e propria, un mini-appartamento con tutti i comfort, cucinino, ingresso e camera da letto. Sono state fermate anche altre due persone che al momento dell'irruzione erano con il presunto aggressore, potenziali fiancheggiatori di De Trane.

L'aggressione avvenuta a fine estate nella marina di Torre dell'Orso (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=10121) destò particolare scalpore e risonanza mediatica anche nella grancassa informativa nazionale. La notte di violenza scoppiò per una frase in dialetto non compresa, uno scambio di sguardi, e gli animi che velocemente si sono surriscaldati. Sguardi in cagnesco tra un gruppo di salentini e alcuni ragazzi romani, in vacanza nel Salento appollaiati ai piedi della chiesa dei Santi Medici nella centralissima piazza Salvo D'Acquisto. Vestivano in abiti da punkbbestia, un paio di loro erano di colore e stavano improvvisando uno spettacolino da artisti di strada. Dal buio, sbuca un gruppetto di salentini. Vola qualche parola in dialetto, risposte in romanesco. Inizia un diverbio, e De Trane dopo aver offeso un giovane di colore "negro di m...." estrae la pistola dal marsupio e colpisce uno dei rivali alla testa con il calcio per poi esplodere un colpo. Iniziail parapiglia, c'è un fuggi fuggi generale; gli amici di De Trane allontanano il compagno, che ancora schiuma propositi di vendetta. A due passi, una giovane ragazza si accascia al suolo. Ha dolori all'inguine, perde sangue e gli amici la soccorrono.

Immediate le indagini avviate dai carabinieri. Come ha sottolineato in conferenza il capitano della compagnia di Lecce Luigi Imperatore, sono risultate fondamentali le testimonianze dei giovani turisti romani che pur di agevolare il compito degli inquirenti, hanno allungato il soggiorno nel Salento dimostrando un elevato "sentimento di legalità". Sono state ascoltate più persone, testimoni di un'azione scellerata che ha rimarcato il Procuratore Aggiunto della Repubblica Ennio Cillo, stride con "l'immagine della terra salentina aperta e cordiale con i turisti". Meno preziose sono state le scarne dichiarazioni fornite dalla gente del posto. Ad incastrate De Trane, ci sarebbe un filmato estrapolato da una telecamera a circuito chiuso in cui viene immortalata la fuga del presunto feritore. In sostanza in appena 24 ore, il caso era stato chiuso con l'identificazione di De Trane. Il 36enne, però, una vecchia volpe, aveva intuito di avere le ore contate ed era diventato uccel di bosco.

Le sue tracce si erano perse fino a ieri sera, quando i gli inquirenti, seguendo il filo degli spostamenti della madre, hanno circuito il casolare utilizzando 35 uomini e l'ausilio di un elicottero, che ha monitorato il blitz dall'alto. L'irruzione è durata poco più di un minuto. De Trane è stato colto di sorpresa. Si era già alzato ed è stato bloccato prima che potesse abbozzare un principio di fuga. Nell'abitazione principale, attigua al casolare in cui il latitante svernava, è stata fermata anche la famiglia proprietaria dell'immobile, marito e moglie di Porto Cesareo. La loro posizione è ora al vaglio degli inquirenti. Nel corso della perquisizione, sono stati trovati 2mila euro in contanti, che servivano per proseguire la latitanza nell'oro. La pistola non è stata ancora ritrovata. Un'operazione flash definita dal comandante provinciale dei carabinieri Filippo Calisti "da manuale". De Trane è difeso dall'avvocato Giancarlo Dei Lazzaretti.

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