rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Indagini partite nel 2017 / Otranto

Sistema d’affari e amministrazione, è terremoto a Otranto: in manette i fratelli Cariddi

Contestato un consolidato sistema associativo di natura corruttiva politico e imprenditoriale ad Otranto fatto di interessi economici e con gravi reati nella gestione pubblica: oltre al sindaco e all’ex sindaco, finiscono ai domiciliari altre otto persone. Sessanta indagati

OTRANTO – Associazione per delinquere finalizzata al compimento di vari reati contro la pubblica amministrazione, corruzione elettorale, frode in processo penale e depistaggio, turbativa d’asta, truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea: con queste gravi accuse dalla mattinata odierna i militari dei comandi provinciali dei carabinieri e della guardia di finanza di Lecce, assieme ai funzionari della polizia provinciale, stanno dando esecuzione nella città di Otranto ad un provvedimento di misure cautelari, emesso dal gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, su richiesta della Procura della Repubblica e dei pm Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci, nei confronti di dieci soggetti, di cui due in carcere e otto agli arresti domiciliari, a cui sono contestati diversi reati.

E ci sono due nomi importanti della vita politica locale: l’attuale sindaco, Pierpaolo Cariddi, 56 anni, e il fratello Luciano, 54, già primo cittadino nel decennio precedente (2007-2017), entrambi finiti in carcere. Con loro, finiscono ai domiciliari funzionari pubblici, imprenditori e liberi professionisti: si tratta, nello specifico, di Aldo Emanuele Maggiulli, 56enne di Muro Leccese, ingegnere e già dirigente comunale dell’area tecnica del Comune di Otranto, di Roberto Aloisio, ingegnere 50enne di Maglie e componente dell'ufficio tecnico comunale idruntino, di Giuseppe Tondo, geometra 69enne di Otranto già dirigente dell'ufficio Ambiente del Comune, di Marco Maggio, tecnico 40enne di Cannole, di Salvatore Giannetta, imprenditore 63enne di Minervino di Lecce e proprietario di numerosi supermercati, di Raffaele De Santis, presidente 73enne di Federalberghi, di Roberto De Santis, imprenditore 64enne di Martano, e di Luigi Bleve, 61enne imprenditore, gestore tra l'altro del Country Club.

Video | carabinieri e finanzieri insieme

L’indagine è partita nel dicembre del 2017, quando alcune condotte dell’amministrazione cittadina sono finite sotto la lente d'ingrandimento del Nucleo Investigativo dell’Arma leccese e di riflesso al vaglio della Procura. Dagli sviluppi delle indagini fino alla primavera del 2022, emergerebbe un modus operandi dell’apparato pubblico ispirato, oltre che all’arricchimento personale, ad assicurarsi bacini di consenso elettorale attraverso una gestione personalistica di presidi di potere a livello sia locale sia a regionale.

Complessivamente sono 57 gli indagati, raggiunti alle prime luci dell’alba da provvedimenti giudiziari che vanno dalla notifica di informazioni di garanzia fino all’applicazione di misure restrittive della libertà personale e cautelari (qui l'articolo). Sotto quest’ultimo fronte, significativo è il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di strutture turistico - ricettive, stabilimenti balneari, aziende agrituristiche, diverse unità immobiliari e numerose somme di denaro, per un valore stimato di diversi milioni di euro, illecitamente autorizzati o realizzati in violazione delle norme in materia edilizia e paesaggistica. 

Luciano e Pierpaolo Cariddi-2

In queste dinamiche si anniderebbe, in estrema sintesi, un consolidato sistema associativo di natura corruttiva politico - imprenditoriale, che da tempo avrebbe pervaso una determinata amministrazione comunale, coinvolgendone amministratori e funzionari “troppo vicini” ad alcuni  imprenditori con interessi economici in quel centro, coltivati attraverso artefatte aggiudicazioni di appalti e rilasci di concessioni comunali offrendo utilità di diversa natura, fino ad assicurare un “bacino di voti” per il sostegno elettorale ricevuto da alcuni degli indagati, nonché vantaggi economico - patrimoniali per i restanti.

Ad ispessire il quadro accusatorio tessuto dalla magistratura anche gli accertamenti, in particolare quelli in materia edilizia e paesaggistico-ambientale, condotti dalla Polizia Provinciale, connotati da copiose acquisizioni documentali e molteplici rilievi tecnici. Il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sistema d’affari e amministrazione, è terremoto a Otranto: in manette i fratelli Cariddi

LeccePrima è in caricamento