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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Batteria scambiata per hard disk. E i filmati inchiodano rapinatori e il finto cliente

Il colpo messo a segno il 14 gennaio scorso ai danni di un'azienda a Novara. Due degli arrestati sono già detenuti per il tentato omicidio di Gianni Calignano, a maggio a Nardò

LECCE – Scambiando una batteria ausiliaria per l’hard disk dell’impianto di videosorveglianza hanno consentito ai carabinieri di avere una base di partenza importante per arrivare alla loro identificazione, ma anche per smontare pezzo dopo pezzo la ricostruzione di colui che, apparso inizialmente come una delle due vittime, è invece accusato di essere l’organizzatore della rapina consumata un anno addietro, il 14 gennaio del 2016, nella ditta Fonomatic New Game di Novara, attiva nel settore della fornitura di caffè e del noleggio di slot machine.

Quel giorno due rapinatori, poi identificati in Giampiero Russo (nella seconda foto), di 28 anni, ed Emanuele Dell’Anna (nella foto più in basso), di 23, fecero irruzione nell’azienda: uno dei due pistola alla mano. Parrucche in testa si mossero dimostrando di conoscere il luogo, compresa l’ubicazione delle due casseforti. All’interno, in quei frangenti, oltra al proprietario anche un cliente, Angelo Caci (nella prima foto), che aveva appena ricevuto dall’altro un prestito di duemila euro come anticipo sui proventi delle slot presenti nel suo bar.

Visionando le immagini, gli investigatori hanno notato che i rapinatori, pur rovistando nelle tasche dell’uomo, che come l’altro era stato legato a una sedia con del nastro adesivo, avevano del tutto ignorato quella somma di denaro. Un particolare strano, che unito alle perplessità scaturite dalle dichiarazioni del cliente, ha indirizzato gli investigatori sulla pista giusta.

CACI-2Questi, infatti, aveva raccontato di essere rimasto sotto shock per lo spavento, mentre il filmato lo ritraeva impassibile, pur con una pistola puntata alla testa. A dire il vero, l’uomo – di 48 anni, originario della Sicilia ma residente nella città piemontese – si era effettivamente sentito poco bene, ma soltanto quando, all’arrivo dei carabinieri sul luogo della rapina, si era reso conto che l’hard disk era rimasto al suo posto e che la batteria e il decoder invece portati via non lo avrebbero messo al riparo dai guai. Come se non bastasse, nei giorni successivi aveva chiesto più volte agli inquirenti se le immagini fossero utilizzabili.

RUSSO-3Tra la versione dell’imprenditore derubato e quella di Caci vi era inoltre una dissonanza: per il primo i rapinatori avevano accento meridionale, per il secondo erano stranieri. Ai carabinieri della compagnia di Novara, inoltre, non quadrava il fatto che i malviventi, che si erano appostati in una sala adiacente, avessero preferito irrompere alla presenza del cliente e non attendere che questi se ne fosse andato. Sono stati fatti così tutti gli approfondimenti del caso, uno dei quali ha portato i militari piemontesi a incrociare il lavoro dei colleghi del Nucleo investigativo di Lecce.

DELLANNA-2Il 21 maggio, infatti, Caci era stato intanto raggiunto a Novara da un’ordinanza di custodia cautelare per un fatto di sangue avvenuto a Nardò il 16 maggio. Il 22 maggio in manette erano finiti Francesco Russo, di 65 anni, e il figlio Giampiero, di 28 con l’accusa di tentato omicidio aggravato da modalità mafiose. Caci avrebbe atteso in macchina mentre il 65enne avrebbe sparato contro Calignano, “reo” di voler proteggere un uomo da una richiesta estorsiva.

Dall’analisi del traffico telefonico, i carabinieri di Novara hanno notato una rete di contatti tra Russo, Caci e Dell’Anna nei giorni precedenti e successivi alla rapina alla Fonomatic New Game e, grazie al riconoscimento da parte dell’imprenditore, l’unica vera vittima, hanno chiuso il cerchio sui tre. L’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere a Caci e Russo, già detenuti, mentre il 23enne è stato rintracciato presso la propria abitazione.

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