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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Rudiae / Via Montello

Preso presunto assassino: fascette per torturare le vittime e un piano folle per l’omicidio

Uno studente di Casarano è il presunto assassino di Eleonora e Daniele. Cinque biglietti e altro materiale inquietante: aveva pianificato un omicidio “spettacolarizzato”, con una scritta finale da lasciare sul muro dell’appartamento di via Montello

LECCE – Quando la speranza si faceva ormai sottile, quasi filigranata, la svolta. Il presunto assassino di Daniele ed Eleonora ora ha un nome e un volto: Antonio De Marco, 21enne di Casarano, studente di Scienze Infermieristiche del corso universitario con sede presso l'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, per gli inquirenti sarebbe il responsabile del massacro della coppia. Un assassinio eseguito con un pugnale, nell’appartamento al civico 2 di via Montello, dove le vittime avevano inaugurato loro convivenza proprio quella maledetta, incancellabile giornata. De Marco è stato iscritto nel registro degli indagati al termine di un’indagine estenuante durata una settimana (qui il primo lancio della notizia). L’attività investigIMG-1940-2ativa non si arresta, si cerca ora il movente di tanta ferocia. Si sa però che il 21enne, fino al mese di agosto scorso, era locatario di una stanza all’interno dell’appartamento di proprietà dell’arbitro. In passato, infatti, l'abitazione sarebbe stata condivisa con studenti universitari.

Non è stato soltanto incastrato dal noto fotogramma di una videocamera, pubblicato nei giorni scorsi. Ma anche da una serie di intercettazioni, pedinamenti  e altri tipi di accertamenti tecnici fra cui perizie e comparazioni grafologiche. La ferocia, palpabile da subito, ha assunto pieghe ancora più torbide e inquietanti al momento dell’indagine. L’assassino aveva in cantiere un piano folle fatto di torture.

Un foglio era stato rinvenuto dai carabinieri sul luogo del crimine sin dai primi istanti: conteneva la mappatura di tutte le videocamere di sorveglianza installate nella zona della palazzina. Ma le perquisizioni hanno riportato alla luce ulteriori appunti, almeno altri quattro biglietti, nei quali il 21enne avrebbe riposto i suoi intenti, confermando di fatto la pianificazione sulla quale non vi sono stati dubbi sin dal primo momento.  Ma anche altri elementi, sconcertanti. Così come preannunciato in serata dal procuratore Leonardo Leone De Castris, durante l’incontro con gli organi di stampa presso il comando provinciale, ci sono numerosi indizi che lasciano pensare a una rappresentazione spettacolarizzata dell’omicidio che il giovane avrebbe pianificato. Tanto che nello zainetto, quella sera del 21 settembre, avrebbe persino portato l’occorrente per realizzare una scritta all’interno dell’appartamento. Ma non si conosce ancora il messaggio che avrebbe voluto imprimere.

Il video: il procuratore durante l'incontro con gli organi di stampa

Fascette in plastica da elettricista per immobilizzare le vittime (in foto)81454f8e-b60b-43fb-acb9-81c687cabfd2-2, per esempio, sono state rinvenute anche sul luogo del delitto. Ma ve ne erano delle altre. È plausibile pensare che il presunto assassino volesse legare la coppia, torturarla e ucciderla. Per poi fuggire, lasciando alla collettività un’immagine tetra, macabra, come nel peggiore dei film. Un incubo, come lo stesso numero uno della Procura, presente assieme al sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini, ai procuratori aggiunti Elsa Valeria Mignone e Guglielmo Cataldi, ha sottolineato.  E non è tutto. Tra i documenti scoperti dai militari dell’Arma, persino un “vademecum” su come preparare un omicidio. Una vera e propria guida contenente alcuni passaggi, tra i quali “lavarsi le mani” e altri, assurdi consigli. Ogni ipotesi avanzata in questi lunghi, sette giorni, è stata superata da questa spiazzante verità: la ferocia andava ben oltre ogni gradiente di immaginazione.

Le ultime ore prima dell’arresto

Rientrati a Roma, i carabinieri del Ris (Reparto investigazioni scientifiche) analizzeranno diversi reperti. Quelli utilizzati per perfezionare l’embrionale identikit già stilato dell’assassino di Eleonora Manta e Daniele De Santis, noto in Italia per la sua carriera di arbitro. Un soggetto giovane, si era già detto nei giorni scorsi, vestito di nero, con cappuccio e guanti, un coltello che dovrebbe essere da sub e uno zaino giallo in spalla. Abile, svelto, preparato nel suo piano perverso, ma pure non esente da errori. Quelli che hanno poi cominciato a snocciolare indizio dopo indizio.

La mappa persa per strada

La mappa persa per strada nella fuga, quelle delle vie intorno alla stazione ferroviaria da solcare per scansare il più possibile le videocamere e con i metodici appunti sulle azioni da compiere, si è rivelato un tassello importante in mano ai militari, in primis quelli del Nucleo investigativo di Lecce ai quali sono state delegate le indagini cui hanno concorso i colleghi della Sezione operativa della compagnia.  Non si sa, ovviamente, quali siano tutti gli elementi precisi in possesso gli investigatori, ma i rilievi, eseguiti nell’abitazione, dove è iniziata la lotta furiosa fra il killer e la coppia, sul pianerottolo dove lei è deceduta e sulla rampa di scale, dove lui ha perso la vita, hanno portato al prelevamento di numerosi campioni e tracce biologiche. Anche dopo l'arresto di questa sera saranno previste altre verifiche e perizie.

Il lavoro tecnico su cellulari e pc

Molto importante, però, è stato soprattutto il lavoro tecnico su personal computer e telefonini. Il file della copia forense dei vari appareIMG-1925-2-2cchi è stato infatti depositato nelle scorse ore.. Da lì le verifiche, intrecciando dati tecnici acquisiti con elementi di tipo documentale. Per esempio, i contratti d’affitto riguardanti tutte le persone che nell’appartamento hanno soggiornato, prima che Eleonora e Daniele ne facessero il loro nido d’amore, insieme ad altri riguardanti le loro attività lavorative, passate e più ravvicinate nel tempo. Un’altra tessera del puzzle che si è aggiunta in queste ore è poi la testimonianza di un residente di una palazzina vicina. Un uomo, che ogni mattina e ogni sera scende in strada in compagnia del cane. Ebbene, avrebbe visto l’assassino in fuga, guardarsi più volte alle spalle, percorrere via Martiri d’Otranto a passo svelto in direzione contraria, rispetto a viale Oronzo Quarta (dove si trova la stazione ferroviaria), cioè verso via Armando Diaz.

È sembrato potesse collimare con quel fotogramma pubblicato nei giorni scorsi di un soggetto vestito grossomodo come da descrizioni, di nero, con cappuccio e zaino di colore chiaro in spalla, mentre volge verso via Rudiae, in corrispondenza del sottopasso ferroviario. E ora, ecco la mossa finale. Per quanto ci abbia provato, l'assassino, a mettere a segno l'omicidio perfetto, ha lasciato sicuramente troppi segni del suo passaggio. E i carabinieri l'hanno incastrato: in serata, De Marco è stato trasferito nel carcere di Borgo San Nicola di Lecce. Ma questa è soltanto una prima fase dell’attività degli investigatori, che ora cercano anche il movente per consegnare la verità a due famiglie distrutte dal dolore.

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