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Cronaca

Quel movente sfumato sul quale si addensano diversi coni d'ombra

La crisi, le presunte truffe subite, il fatturato in discesa dopo la fine di alcuni appalti. Vantaggiato sembra aver dato conferma di alcune speculazioni svolte nei giorni precedenti. Ma gli inquirenti vogliono andare a fondo

 

LECCE – La convalida del fermo non sancisce novità di rilievo. Il movente che ha mosso la mano di Giovanni Vantaggiato, imprenditore copertinese di 68enne, appare ancora sfumato, nonostante qualche rivelazione in più. Già nella notte a cavallo fra martedì e mercoledì, e nel corso della successiva conferenza stampa, il procuratore Cataldo Motta (che ha lavorato con i sostituti Guglielmo Cataldi e Milto De Nozza), seppur nella sua maniera ermetica, di fronte all’assedio notturno dei cronisti assiepati sotto la sede della questura di Lecce, aveva indicato in “problemi di natura economica” la possibile causale, rimanendo però apertamente perplesso. Tant’è: nella serata di ieri il gip Ines Casciaro ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, senza modificare l’ipotesi di reato, che resta quella di strage con finalità di terrorismo, in concorso. In concorso con chi, ancora non è chiaro. Vantaggiato ribadisce da giorni di aver agito da solo, ma gli inquirenti, più di qualche dubbio, se lo pongono.  

Il gesto sarebbe stato puramente dimostrativo, un modo per lanciare un grido di dolore di fronte al fatturato in discesa dell’azienda di famiglia, intestato alla moglie e di cui è socio con una delle figlie. Dimostrativo e, però, tragico, perché collocato di notte, ma scientemente fatto esplodere di giorno, al momento dell’ingresso delle ragazze a scuola. La mattina del 19 maggio, le incolpevoli vittime, Melissa Bassi, 16enne di Mesagne, deceduta, e cinque sue compagne, rimaste ferite, si sono ritrovate sommerse dal fuoco delle bombole di gpl semivuote e alimentate da polvere pirica, infilate in un contenitore dell’immondizia sottratto da qualche zona periferica, non lontano da Copertino, dopo un esperimento in aperta campagna e grazie alle indicazioni ritrovate su un’enciclopedia. A Vantaggiato è bastato premere il pulsante di un telecomando per scatenare l’inferno. Un ordigno rudimentale, ma efficace, nella sua devastante deflagrazione.    

Nelle sue confessioni davanti al gip, ci sono diversi elementi, fatti slegati nel tempo, ma che si sarebbero stratificati, fino a generare un’ansia continua e una rabbia sorda. Ed ecco perché, in prima battuta, aveva dichiarato: “Ce l’ho con il mondo”. Ad esempio, ci sono le due truffe che avrebbe subito, per oltre 400mila euro, e per una delle quali ha ottenuto giustizia il 19 aprile scorso, nel tribunale di Brindisi,con  la condanna di un imprenditore agricolo insolvente di Torre Santa Susanna. Giustizia “zoppa”, però, ma non per colpa del tribunale, se è vero che il presunto frodatore non avrebbe soldi per ripagare il danno.  

E poi, c’è la questione legata alla fornitura di carburante per gli istituti scolastici, anche se molto datata nel tempo. Un aspetto, questo, che era già emerso nelle ultime ore. Fino al 2003 il fatturato dell’azienda sarebbe stato particolarmente alto, proprio in virtù degli appalti, poi terminati. Da qui, un crollo notevole degli affari, fino a ridurre all’osso il personale dipendente. Fra gli istituti fino all’epoca riforniti, c’era anche, ma non solo, il professionale femminile “Morvillo Falcone”. Questa scuola sarebbe stata scelta per la sua vicinanza con il tribunale del capoluogo messapico. Usando una sgraziata metafora, come prendere due piccioni con una fava.     

vantaggiato-2-2Di risolutivo non c’è nulla. Il movente fornito sembra quasi una conferma di alcune fra le speculazioni di stampa dei giorni scorsi, quasi una fusione fra queste. E restano alcuni coni d’ombra. Primo fra tutti, la propensione degli investigatori a credere che il 68enne, non possa aver fatto tutto da solo, come dichiara. Tanto più che le testimonianze sono discordanti. Due donne, la mattina dell’esplosione, da una posizione privilegiata, hanno notato un uomo nei pressi del chiosco dei panini collocato di fronte alla scuola, descrivendolo perfettamente con i lineamenti di Vantaggiato. La videocamera dello stesso chiosco, a sua volta ne svela, pur scontornato dalla scarsa qualità, la fisionomia generale. Ma la notte precedente, altri due testimoni giurano che la persona che ha sospinto il bidone accanto all’ingresso principale, non risponderebbe a quelle fattezze fisiche.

Inchiodato grazie ad altre videocamere, per essersi presentato a Brindisi in più occasioni (compreso il 5 maggio, per un sopralluogo, quando il suo telefonino fu agganciato dal una cella nei pressi della scuola e ricevette una telefonata), nei fotogrammi appaiono due auto in uso a Vantaggiato: una Fiat Punto bianca e una Hyunday Sonica blu. Seguendone le tracce, gli investigatori di polizia e carabinieri si sono imbattuti nell’imprenditore 68enne. Ora, si cercano altre tracce, per capire se altri possano aver partecipato all’ideazione e alla commissione di uno dei peggiori e più assurdi delitti mai perpetrati in Italia. 

 

Intanto, come riporta l'Ansa, dopo un'ispezione in casa e nel deposito di carburanti, sono stati acquisiti documenti in bianco relativi ad operazioni doganali nel settore del commercio di carburanti. Gli accertamenti sono volti a verificare il tipo di operazioni e la loro regolarità.  Gli investigatori hanno trovato un biglietto in cui c'era scritto: "Nascondi quelle carte", destinato forse alla moglie.

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