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Cronaca

Autovettura incendiata nella notte per gelosia: arrivano due condanne

E’ terminato ieri il processo discusso con il rito abbreviato nei riguardi di due uomini accusati di aver provocato il rogo di un’Alfa Romeo Giulietta, il 4 settembre del 2019, in via Borgagne a Melendugno

MELENDUGNO - Sono due gli uomini ritenuti responsabili dell’incendio di un’autovettura avvenuto in via Borgagne a Melendugno, il 4 settembre del 2019. Si tratta di Shkelzen Pronjaj, 36enne originario di Valona (in Albania) e Manuel Dima, 28enne, residente a Melendugno.

Lo ha stabilito il processo discusso ieri col rito abbreviato, al temine del quale il primo è stato condannato a otto mesi di reclusione, e l’altro a sei mesi col beneficio della pena sospesa.

La sentenza è stata emessa dal giudice per l’udienza preliminare Marcello Rizzo, al quale la pubblica ministera Simona Rizzo aveva invocato la condanna a un anno e due mesi solo per Pronjaj. I due imputati sono stati inoltre condannati a risarcire in solido, per complessivi 15mila euro, il proprietario della vettura che si era costituito parte civile con l’avvocato Silvio Verri.

Stando alle indagini condotte dai carabinieri della stazione locale, sarebbe stato Pronjaj a mettere fuoco a un’Alfa Romeo Giulietta intestata a un 61enne del posto, poliziotto in pensione, ma in uso al figlio, un 30enne di professione bagnino, su incarico di Dima.

All’origine del gesto ci sarebbero state ragioni di gelosia.

Certo è che l’incendio rese necessario l’intervento dei vigili del fuoco e provocò danni al mezzo e alle colonne in cemento di un’abitazione vicina, distruggendo anche il citofono e la cassetta postale.

Sul posto sopraggiunsero i militari dell’Arma che ascoltarono il proprietario e si misero alla ricerca di elementi utili a chiarire le cause all’origine del rogo. Durante gli accertamenti, i due uomini finirono sul registro degli indagati e per loro ebbe così inizio il procedimento che si è chiuso ieri con il processo nel quale erano assistiti dagli avvocati Anna Elisa Prete e Ladislao Massari.

Le motivazioni del dispositivo saranno depositate entro novanta giorni.

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