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Cronaca

Bambine abusate in un maneggio: in carcere un istruttore di equitazione

Secondo l’accusa, un 65enne originario del Brindisino avrebbe molestato la nipote, da quando aveva nove anni, in diverse occasioni, e in una circostanza, avrebbe palpeggiato una 13enne con la scusa di insegnarle “i segreti per entrare in empatia con il cavallo”

LECCE - Era finito sotto i riflettori della Procura per presunti abusi nei riguardi di una allieva di 13 anni in un maneggio nel Leccese dove faceva l’istruttore. Ma il caso non sarebbe stato isolato.

Un’altra vittima sarebbe stata molestata dallo stesso uomo, un 65enne originario del Brindisino (di cui omettiamo le generalità per tutelare la privacy delle minorenni), da quando aveva nove anni, e in diverse e numerose occasioni, dal 2018 al 2020.

Così per l’indagato, già colpito dal divieto di avvicinamento, è scattato l’arresto.

Si trova da ieri pomeriggio nel carcere di “Borgo San Nicola”, su disposizione della gip Alessandra Sermarini che ha accolto l’istanza del pubblico ministero Luigi Mastroniani (divenuto titolare, per competenza territoriale, anche del secondo fascicolo che riguarda la bambina più piccola, aperto dai colleghi di Brindisi).

Stando alle carte dell’inchiesta, il 16 maggio del 2021, l’uomo, dopo aver carpito la fiducia dell’allieva 13enne in precedenti lezioni, l’avrebbe accompagnata in un luogo isolato con la scusa di insegnarle un metodo speciale per entrare in empatia con il cavallo; l’avrebbe dunque afferrata per il polso e costretta a toccare le parti intime dell’animale, per poi allungare le sue mani sul corpo della giovane. Al rifiuto di questa, l’istruttore avrebbe replicato “se non mi hai fatto fare questa cosa, io non posso più fare niente”, alludendo all’impossibilità di proseguire quel pretestuoso insegnamento.

La malcapitata raccontò tutto ai genitori che non esitarono a sporgere denuncia, attraverso l’avvocata Anna Maria Ciardo e, lo scorso gennaio, in sede di incidente probatorio, confermò le accuse. Gli esperti nominati dal tribunale, lo psichiatra Elio Serra e la psicologa Sara Scrimieri, la considerarono attendibile e in grado di testimoniare.

Della bambina di nove anni, invece, l’uomo avrebbe abusato ripetutamente, in qualità di prozio,  in più occasioni (in una roulotte sulla strada per il maneggio, in campagna, all’interno della sua autovettura, nella sua abitazione, in un appartamento in costruzione), cercando poi di comprare il suo silenzio con regali, cioccolata e denaro o spaventandola perché “altrimenti sarebbe scoppiata una guerra e la mamma non le avrebbe voluto più bene”.

A scoprire le molestie fu proprio la madre che, dopo aver appreso come confidenza dallo stesso familiare di un’inchiesta avviata contro di lui, sollecitò la figlia per verificare se anche lei avesse subito attenzioni “particolari”. Ad alimentare i dubbi erano stati il ritrovamento di una lettera scritta dalla bambina alla sua amichetta e confidente, in cui si faceva riferimento a un “segreto inconfessabile”, il rifiuto della piccola, dall’aprile del 2020, di vedere lo zio, senza una ragione, manifestazioni di insicurezza e ansia, calo del rendimento scolastico e incontinenza notturna.

Arrivata l’amara conferma, la donna sporse denuncia ai carabinieri e successivamente presentò un’integrazione di querela, perché il 65enne, venuto a conoscenza dell’ulteriore indagine a suo carico, avrebbe stalkerizzato, con appostamenti, la famiglia, per condizionarla in vista dell’imminente incidente probatorio.

Alla luce di questi episodi, il magistrato titolare delle indagini aveva chiesto l’arresto in carcere, sostenendo che l’indagato sia una persona "dall’indole assai perversa e malvagia che ben potrebbe reiterare fatti analoghi".

Lunedì mattina, l’uomo sosterrà l’interrogatorio di garanzia dinanzi alla giudice Sermarini e, assistito dall’avvocata Francesca Conte, potrà respingere gli addebiti.

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