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Cronaca

Bimbo di quindici mesi in coma, polizia giudiziaria acquisisce le cartelle cliniche

Restano stabili seppur gravi le condizioni del bimbo di quindici mesi da alcuni giorni in coma nel reparto di Rianimazione dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce. Prosegue intanto l'inchiesta giudiziaria avviata dopo l'esposto della famiglia del bimbo

LECCE – Restano stabili seppur gravi le condizioni del bimbo di quindici mesi da alcuni giorni in coma nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Gli esami, ripetuti quotidianamente riportano una flebile, attività, ma da un solo emisfero cerebrale. Un piccolo segno di speranza per i genitori del bimbo, che continuano a vivere ore di angoscia e di dolore. Il quadro clinico rimane comunque assai grave a causa delle ischemie che hanno colpito l’infante.

Una triste vicenda su cui indaga magistratura, chiamata in causa dopo l’esposto presentato dai genitori del bimbo, assistiti dall’avvocato Sergio Signore, a fare chiarezza. Il legale della famiglia sta seguendo costantemente gli sviluppi del caso, al fine di valutare quali provvedimenti adottare. Nelle scorse ore la polizia giudiziaria ha acquisito, su disposizione del pubblico ministero Roberta Licci, le cartelle cliniche del piccolo paziente.

Un incubo iniziato con l’anno nuovo, quando una coppia di Lecce si è accorta che il figlio di quindici mesi aveva la febbre alta che, nonostante la somministrazione di antipiretici, non scendeva. I due hanno quindi deciso di recarsi al pronto soccorso dell’ospedale “Vito Fazzi”, dove al piccolo paziente sarebbe stata riscontrata un’infezione alle tonsille e prescritta una cura farmacologica da seguire a casa. Il giorno dopo, però le condizioni del bimbo si sarebbero improvvisamente aggravate, tanto da portare a un ricovero d’urgenza.

Nonostante le cure del caso, il quadro clinico del paziente ha continuato a peggiorare, tanto da rendere necessario il trasferimento nel reparto di Rianimazione in stato comatoso, causato da un’ischemia, da cui non si è più ripreso. Gli esami avrebbero riscontrato un’infezione polmonare che, secondo quanto denunciato nell’esposto presentato al magistrato di turno, il sostituto procuratore Roberta Licci, poteva e doveva essere diagnosticata molto prima. Ogni tentativo di rianimare il bimbo, anche attraverso farmaci di ultima generazione, si è rivelato sin qui inutile. Domani per il piccolo potrebbe essere il giorno del tragico epilogo di un male che in poco tempo rischia di strapparlo all’affetto dei suoi cari. 

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