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“Buon 1° Maggio, lavoratore suicidato’’, l'altra Festa targata Blu

E' quanto si legge nel testo dello striscione apparso nei pressi del cimitero di Lecce e davanti a ogni cimitero d'Italia, la provocazione è del Blocco lavoratori unitario, il sindacato nato in seno a CasaPound Italia

 

LECCE – “Buon 1° Maggio, lavoratore suicidato’’. Questo il testo dello striscione apparso nei pressi del cimitero di Lecce e davanti a ogni cimitero d’Italia: in tempi di crisi il 1 maggio si celebra anche così. La provocazione è targata Blu (Blocco lavoratori unitario), sindacato nato in seno a CasaPound Italia, che aveva già messo a segno negli ultimi mesi due azioni contro i licenziamenti avviati dall’azienda di autotrasporto trentina Arcese e dalle Officine meccaniche ferroviarie del Salento e un blitz coordinato in una cinquantina di città italiane contro la riforma del lavoro e la modifica dell’articolo 18.

Anche questa volta, l’azione è stata compiuta simultaneamente in una cinquantina tra città e piccoli centri dal Nord al Sud del Paese. ‘’Ci sono sindacati che non festeggiano’’ - si legge in calce ai volantini che stanno facendo il giro del web: l’immagine rappresentata è quella di un operaio impiccato che pende da un grande ‘1’. A lato la scritta: ‘’Forse non ti interessa più, ma a Roma oggi c’è un gran concerto. Buon 1 maggio, lavoratore suicidato’’. E il ‘concertone’ organizzato da Cgil, Cisl e Uil a piazza San Giovanni è finito anche su uno degli striscioni esposti dal sindacato di Cpi davanti al Verano: ‘’Buon 1 maggio, lavoratore suicidato – si legge – stasera niente concerto’’.1maggio-3

‘’Rifiutiamo la logica da ‘panem et circenses’ dei sindacati, anche perché di ‘panem’, a differenza di quanto avveniva nell’antica Roma, oggi non se ne vede più – sottolinea Blu in una nota – Di fronte a una lista di imprenditori e lavoratori ‘suicidati’ da uno Stato strozzino che si allunga ogni giorno di più e a una riforma che punta a ridurre i lavoratori in stato di servaggio, Cgil, Cisl e Uil non sanno fare di meglio che pretendere di utilizzare come una vetrina, peraltro a costo zero, piazza San Giovanni, sperando così di far dimenticare a suon di musica la loro inettitudine. Noi però a questo gioco ipocrita non partecipiamo. E’ il 1 maggio, ma non c’è niente da festeggiare’’.

 

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