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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Botrugno

"Calici di carta": riflessione sul rapporto Nord-Sud

Quarta serata della manifestazione culturale botrugnese, organizzata dall'associazione "Il Baco", incentrata sulla riflessione dei rapporti tra Nord e Sud. Tavola rotonda e proiezioni di docu-film

Continua a Botrugno la seconda edizione del "Percorso Letterario Calici di Carta" dal tema "Le storie di Ulisse ed Enea, diari di esploratori e migranti" presso il Palazzo Marchesale: ieri sera, si è tenuto il penultimo appuntamento della rassegna, che vedrà ospiti nazionali e locali discutere della questione Nord/Sud, tematica di interesse mondiale, se è vero che nessuna nazione ne è immune. Di fatto, non sembrano esserci soluzioni semplici e definitive per bloccare chi fugge da guerre, povertà e sfruttamenti, ma il senso della manifestazione sta appunto nel discutere, per conoscere e capire le problematiche. L'iniziativa è promossa dall'Associazione Culturale "Il Baco" di Botrugno, dalla Regione Puglia - Assessorato al Mediterraneo, in collaborazione con l'associazione I Presidi del Libro, con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, del Comune di Botrugno, dell'Università del Salento, della Fondazione Città del Libro, dell'Istituto Comprensivo di Botrugno e dell'Associazione Agimi.

All'inizio della serata è andata in scena la proiezione del film/documentario "Come un uomo sulla terra" di Riccardo Biadene, Andrea Segre, Dagmawi Yimer con la regia di Andrea Segre e Dagmawi Yimer in collaborazione con Riccardo Biadene: il cortometraggio racconta cosa si nasconde dietro agli accordi con la Libia, cercando di dar voce alla dignità e al coraggio dei migranti africani. Gli ospiti presenti sono stati: Massimo Schiattino, presidente de "Il Baco", Franco Moretti, direttore della rivista "Nigrizia", Antonio Gabellone, presidente della Provincia di Lecce, Klodiana Cuca, Presidente di Integra onlus, Paolo Maci, già Presidente della Fondazione "Città del Libro".

L'assessore provinciale, Simona Manca, ha dichiarato: "I flussi migratori sono una realtà antropologica. Hanno attraversato tutti i secoli, l'uomo, infatti, ha sempre viaggiato. Oggi più che mai, vivendo nella società globalizzata, non ha più senso parlare di confini. I flussi migratori non vanno considerati come un ‘problema', questo non significa però che non necessitino di una regolamentazione perché il flusso consistente può creare problemi sociali. È giusto ridimensionare il problema, non sempre la migrazione è associabile per esempio a problemi di sicurezza. Non basta una regolamentazione di respingimento. Sono invece importanti gli accordi tra nazioni. Dobbiamo progettare una svolta nell'affrontare i flussi migratori per evitare conflitti che rischiano di generare dei processi senza ritorno come quelli che hanno caratterizzato le cronache delle ultime settimane (Rosarno). È importante costruire con i paesi meno ricchi interventi e progetti che sostengano lo sviluppo economico degli stessi. Tutti gli enti e le istituzioni devono sforzarsi per sensibilizzare, creare simbiosi e armonia tra tutti coloro che provengono da paesi diversi".

Padre Franco Moretti, direttore della rivista "Nigrizia", ha raccontato: "Ho trascorso 25 anni in luoghi che tanto assomigliano a quella ‘Troia che brucia'. Il migrante quando arriva a destinazione ha la sfortuna di essere ‘Altro'. Se un problema c'è, è il non saper trattare l'altro perché l'altro ci fa paura, ci mette in imbarazzo, semplicemente perché non lo sappiamo gestire. Ma non è necessario gestirlo, basta accoglierlo; di fatto, adesso stiamo perdendo la cultura dell'accoglienza".

"Di fronte al fenomeno delle migrazioni - ha ribadito - o lo accetto o creo un muro, pertanto gli immigrati o si accettano o si respingono. Di fatto, storicamente i respingimenti non hanno mai funzionato. Sono milioni le persone determinate ad andare via da ‘Troia' perché ‘Troia brucia'. Come facciamo a continuare a dirgli di rimanere lì? Proviamo a starci noi lì prima di giudicare. I barconi che arrivano da noi sono barconi carichi di cervelli ma questo noi non lo vogliamo vedere. I territori da cui provengono sono quelli carichi di materie prime, le stesse materie che servono ai paesi occidentali per i prodotti di ultima generazione, e allora ci inventiamo le guerre e le chiamiamo anche guerre giuste. Possiamo anche fermare tutti gli immigrati ma prima dobbiamo assicurarci che ‘Troia non bruci' anche perché gli immigrati prima di loro eravamo noi".

Al termine della tavola rotonda, è arrivata la prima proiezione pubblica del cortometraggio "All'America" di Daniele Valdasarr Tamborrino sul tema appunto delle migrazioni: "Ci lasciamo alle spalle - ha dichiarato - forse il secolo con la maggior quantità di migrazioni. E poi, avendo conosciuto amici che hanno vissuto quest'esperienza in prima persona, attraversando il deserto, arrivati in Libia e trattenuti fino alla fuga e al viaggio clandestino, con la nave che affonda e l'approdo a Lampedusa, ossia racconti che rientrano nell'immaginario più classico delle migrazioni, non ho potuto fare a meno di pensare agli altri attraversamenti di mare, quelli che sono toccati ai nostri nonni. Mi è venuto in mente questo parallelismo tra le due cose e ho cercato di sintetizzarle in quasi quindici minuti di film, che ho girato interamente in Puglia, una terra dal valore simbolico, perché regione di accoglienza. Ringrazio Anthony ed Edward che gratuitamente si sono messi a disposizione per questo lavoro".

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