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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Carmiano

Violenze sulla moglie e le figlie, in appello confermata condanna a dieci anni

Un operaio albanese di 39 anni, da anni residente a Carmiano, protagonista di una triste storia di violenze e abusi consumati in ambito familiare. L’uomo avrebbe molestato e abusato sessualmente della moglie e delle due figlie, all’epoca dei fatti di 10 e di 12 anni

LECCE – Confermata in appello la condanna a dieci anni di reclusione nei confronti di un operaio albanese di 39 anni, da anni residente a Carmiano, protagonista di una triste storia di violenze e abusi consumati in ambito familiare. L’uomo avrebbe molestato e abusato sessualmente della moglie e delle due figlie di 10 e di 12 anni (all’epoca dei fatti). Una brutta storia per cui è stato emesso dunque un secondo importante importante verdetto: dopo la sentenza già emessa, nel giudizio con rito abbreviato, da gup Carlo Cazzella. L’imputato era assistito dall’avvocato Luciano Rizzello.

Il 38enne albanese, tutt’ora detenuto, fu arrestato il 18 luglio del 2011 sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Lecce, Alcide Maritati, su richiesta del sostituto procuratore Carmen Ruggiero. Secondo quanto accertato dagli investigatori, l'uomo, frequentemente, in stato di ubriachezza, maltrattava la moglie ingiuriandola, percuotendola, lanciandole contro oggetti e minacciandola. In particolare, in un’occasione, la donna sarebbe stata minacciata anche con un coltello. L’imputato avrebbe avuto stesso atteggiamento violento anche nei confronti del figlio più piccolo.

Gli abusi sessuali nei confronti della moglie e delle due figliolette avvenivano in casa: l'uomo, in numerose occasioni, avrebbe costretto la moglie a subire rapporti sessuali, percuotendola con calci e pugni e immobilizzandola sul letto. Stesso trattamento per le due bambine che avrebbe costretto, anche contemporaneamente, con violenza e minacce, ad avere rapporti sessuali completi con lui. Alle bambine diceva di non raccontare nulla a nessuno, altrimenti le avrebbe picchiate.

Le indagini sono cominciate quando la moglie, dopo un ennesimo episodio di violenza avvenuto in famiglia, ha denunciato tutto agli agenti della squadra mobile, raccontando come il marito violento e sempre in stato di ubriachezza, la costringeva a subire quotidianamente violenze e percosse, anche per futili motivi. La donna ha anche riferito di essere venuta a conoscenza solo successivamente della terribile realtà che riguardava le proprie figlie, dopo che la più piccola, di nove anni, le ha confidato cosa il padre le costringeva a fare. Le due bambine, ascoltate dal pm, hanno poi riferito che il padre le obbligava con una frequenza quasi quotidiana a subire violenze sessuali, approfittando dell'assenza della madre.

Le vittime, assistite dall’avvocato Cristiano Solinas, si sono costituite parte civile. 

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