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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Carni all'ingrosso e società cartiere: frode milionaria

Un'azienda del nord Salento nel mirino della guardia di finanza. L'evasione si aggira intorno ai 3 milioni di euro. L'inchiesta è ancora in atto e vede coinvolte anche ditte di Genova e Trento

LECCE - Se confermata nei dettagli, si tratterebbe di una frode colossale, con un giro d'affari per qualcosa come 20 milioni di euro. Coinvolte, più aziende italiane, tra cui una salentina (con sede legale nel nord Salento, per l'esattezza, anche dalla guardia di finanza di Lecce non è trapelato altro, per ora). Il settore, quello delle carni all'ingrosso, che, come per quelli delle auto o dei computer, per fare alcuni esempi, si presta piuttosto bene alle cosiddette frodi carosello, vale a dire lo sbaragliamento della concorrenza grazie all'intermediazione di società cosiddette cartiere e all'omissione del versamento delle imposte, per arrivare a portare sul mercato beni di consumo a prezzi imbattibili.

Cioè, si tratta di società fittizie che s'intermezzano nella contrattazione (in questo caso l'acquisto avveniva in Paesi intracomunitari, fra cui Spagna, Francia, Olanda, Austria e Polonia) ed eseguono operazioni sulla carta. In questo caso, per il mancato versamento dell'Iva, chi rivende sulla piazza locale può farlo a prezzi stracciati, avendo a sua volta acquistato ad un costo inferiore. Da qui, a volte, può essere l'origine di sconti a prima vista un po' eccessivi. L'evasione fiscale accertata in questo caso, dall'azienda salentina, sfiora quasi i 3 milioni di euro.

I militari del comando provinciale della guardia di finanza di Lecce, all'esito di complesse indagini, caratterizzate da una dettagliata analisi economica e finanziaria, hanno dunque scoperto come l'impresa del settore del commercio di carni all'ingrosso, con questo trucco, avrebbe sottratto a tassazione, ai fini delle imposte dirette, una base imponibile per 2 milioni 764mila e 250 euro, evadendo, inoltre, imposta sul valore aggiunto per 52mila e 864 euro.

L'azienda, secondo le indagini, avrebbe utilizzato fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti, emesse da società nazionali ed estere compiacenti. Come già detto, altre ditte del settore sarebbero coinvolte, in un giro molto più ampio, una sorta di catena vera e propria. La finanza sta operando, a tale proposito, anche nelle province di Genova e Trento.

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