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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Cedis, la procura invoca un anno e quattro mesi per Raffaele Fitto

Il caso riguarda la presunta svendita della catena di supermercati, per l'accusa in modo da favorire l'imprenditore Montinari. L'ex ministro ha chiesto di essere giudicato, nonostante sia intervenuta la prescrizione dei reati

 

BARI - Un anno e quattro mesi di reclusione: questa la condanna invocata dalla procura di Bari nei confronti  dell’ex ministro Raffaele Fitto, per fatti riguardanti il suo precedente mandato di governatore della Regione Puglia. L’accusa è di concorso in turbativa d'asta e interesse privato del curatore nella amministrazione straordinaria della società “Cedis”.

In questo procedimento, come noto, sebbene il pubblico ministero Renato Nitti, nel luglio scorso, avesse invocato il proscioglimento per intervenuta prescrizione, nei confronti di Fitto e di altri due imputati, l’ex ministro e già presidente della Regione, ha posto a sorpresa la sua rinuncia, chiedendo piuttosto di essere giudicato nel merito. “La richiesta del pubblico ministero era prevedibile", commenta lo stesso Fitto. "Lo stesso pubblico ministero aveva inizialmente chiesto che la mia posizione fosse estinta per prescrizione. Ho rinunciato alla prescrizione e ho chiesto una sentenza nel merito che possa fare piena chiarezza sui fatti che mi sono stati contestati”.

La vicenda risale al periodo che volge dal 2004 al 2006. Secondo gli inquirenti, Raffaele Fitto, avrebbe favorito Disal e Megamark, facenti capo all’imprenditore Brizio Montinari, nell'acquisto della rete di supermercati – dopo la dichiarazione di fallimento -, tramite la nomina di commissari a lui vicini. In tutto ciò, sempre secondo le contestazioni avanzate dalla procura, i supermercati sarebbero stati letteralmente svenduti, ad un prezzo pari a quasi il 50 per cento del reale valore di mercato. Ovvero: 7 milioni di euro invece di 15. Nel processo, che si sta celebrando davanti ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Bari, la prescrizione era stata richiesta, oltre che per Fitto, anche per Montinari e per Massimo Goti, all’epoca direttore generale del settore sviluppo produttivo del ministero delle Attività produttive.

Altri imputati sono il consulente contabile, Stefano Montanari e due commissari straordinari della Cedis, Antonio De Feo e Giuseppe Rochira. Nel luglio scorso, durante la sua requisitoria, il pm ha invocato condanne di un anno e dieci mesi per De Feo, un anno e quattro mesi per Rochira e un anno per Montanari. Un altro commissario, Franco Cesare Lo Passo, è già stato assolto con rito abbreviato. La sentenza è attesa per il 22 ottobre.

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