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Cronaca

La Cgil annuncia querela contro il rettore. Scontro frontale dopo il caso Miccolis

Sotto accuse le dichiarazioni rilasciate da Domenico Laforgia nel corso di una trasmissione di approfondimento televisiva andata in onda nei giorni scorsi. Le dimissioni dell'ex direttore generale non hanno placato la tempesta

 

LECCE – Il rettore che annuncia querela per il direttore di Trnews, Danilo Lupo, la Cgil che prepara la querela per Laforgia. Lo scontro in atto dentro e intorno all’Università del Salento è totale e rischia di finire su più scrivanie della procura di Lecce. E’ l’effetto domino della vicenda che ha visto involontario protagonista l’ex direttore generale Emilio Miccolis, prima sospeso dalle sue funzioni e poi dimessosi per le polemiche scatenate dalla pubblicazione di alcune registrazioni di colloqui con due dipendenti dell’ateneo e rappresentanti sindacali.

Martedì 30 il magnifico ha preannunciato querela perché ha ritenuto di essere stato diffamato dalla ricostruzione fatta il giorno prima dalla testata giornalistica sui rapporti tra il rettore e la società “Studio Laforgia Bruni and partners” di cui è amministratore unico il figlio Maurizio e rispetto alla quale il rettore ha spiegato di non svolgere più alcun ruolo, essendone stato socio fondatore.

Oggi è la Cgil – attraverso una nota stampa firmata dal segretario generale Salvatore Arnesano - ad annunciare il ricorso alle vie legali per le dichiarazioni che lo stesso Laforgia ha fatto nel corso della trasmissione d’approfondimento mattutino dell’emittente locale, il 28 ottobre e poi riprese da alcuni organi di stampa. In particolare, secondo il sindacato “non risponde al vero che il capo di gabinetto dell’ex rettore (Oronzo Limone, ndr) all’epoca dei fatti per i quali è stato condannato in primo grado a quattro anni, fosse un dirigente sindacale della Cgil”.

Contestata a Laforgia anche la dichiarazione secondo la quale “il tesseramento alla Cgil da parte dei lavoratori fosse collegato al superamento di una eventuale procedura concorsuale. All’epoca molti lavoratori precari erano iscritti ai diversi sindacati, ciò era possibile senza alcun timore a differenza di quanto accade oggi, ed era abbastanza naturale che una volta stabilizzati confermassero la loro iscrizione o che altri decidessero di farlo per aderire ad una organizzazione sindacale che si è sempre battuta con molta trasparenza contro il precariato e per la stabilizzazione”.

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