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Cronaca Collepasso

Morto mentre era al lavoro in palestra, inchiesta e autopsia per fare luce

Domani l'esame sul corpo di Paolo Malerba, 61enne di Collepasso, deceduto a Treviso dopo diciotto giorni di coma, in seguito a una caduta da un paio di metri

TREVISO – Un’autopsia per chiarire con precisione le cause della morte e un’inchiesta che dovrà fare luce su alcuni punti di questa vicenda. Sono i passi che si stanno svolgendo nel caso che verte sul decesso di Paolo Malerba, 61enne di Collepasso, avvenuta a Treviso il 2 febbraio scorso, dopo diciotto giorni di coma. L’uomo è rimasto vittima di una caduta mentre era al lavoro dentro la palestra dell’istituto scolastico “Mazzotti”, nella città veneta.

L’autopsia, secondo quanto riporta un articolo di TrevisoToday a firma di Denis Barea, sarà effettuata domani. L’esame è stato affidato all’anatomopatologo Alberto Furlatto e farà luce sulle cause del decesso che, secondo le prime indagini affidate allo Spisal di Treviso, sarebbe avvenuto per effetto di una caduta da un’altezza di un paio di metri.

Malberba, riporta sempre TrevisoToday, era un dipendente della Pulitori e Affini spa, società esterna che ha in appalto la pulizia della palestra. Secondo quanto appurato fino a oggi, il 61enne, il 16 gennaio scorso, sarebbe finito a terra dopo essere salito sul seggiolone dell’arbitro di volley, utilizzato come scala, per raggiungere una manovella sistemata a due metri di altezza e così poter alzare uno dei canestri proprio in vista dell’allenamento della squadra dell’Albatros, la compagine di pallavolo femminile di Treviso che utilizza la palestra.

Dopo la brutta caduta Malerba ha subito perso conoscenza. Soccorso da medici e infermieri del Suem 118, l’uomo, che avrebbe riportato una grave lesione alla testa, era stato ricoverato a Treviso in coma farmacologico. Ma il suo cuore ha cessato di battere diciotto giorni dopo.

La Procura della Repubblica di Treviso ha aperto un fascicolo di indagine ipotizzando –per ora senza nomi iscritti – il reato di omicidio colposo. Decisive, ai fini dell’inchiesta saranno le conclusioni degli ispettori del lavoro. Bisognerà capire se la mansione eseguita dal 61enne fosse o meno da ricomprendere tra quelle contrattuali, se l’uomo avesse dovuto avere una seconda persona ad assisterla durante le operazioni oppure – conclude TrevisoToday –, se si è trattata di una tragica fatalità. 

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