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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Taurisano

Condanna definitiva, ma era irreperibile. I carabinieri lo trovano e l’arrestano

Torna in carcere per espiare la pena Orazio Preite, 38enne di Taurisano. Lo scorso gennaio, la Cassazione aveva confermato i 15 anni inflitti per il tentato omicidio di un imprenditore

TAURISANO - Si sarebbe reso irreperibile dallo scorso gennaio, quando la Corte di Cassazione aveva confermato la sua condanna a quindici anni di reclusione per il tentato omicidio aggravato dai futili motivi di un imprenditore. Ma, dopo una mirata attività di ricerca e un lungo servizio di osservazione, controllo e pedinamento, i carabinieri del Nor – sezione operativa della compagnia di Casarano sono riusciti ad arrestarlo, coadiuvati dai colleghi della sezione radiomobile e delle stazioni di Taurisano, Taviano e Racale.

Orazio Preite, 38enne di Taurisano, è così tornato nel carcere di “Borgo San Nicola”, su disposizione dell’ufficio esecuzioni penali della Procura di Lecce. Dovrà espiare la pena residua di 16 anni, sette mesi e 19 giorni di reclusione per i reati di tentato omicidio, lesioni personali e minacce in concorso, detenzione e porto abusivo di armi, ricettazione e furto in abitazione.

Di certo, tra le vicende più gravi di cui è stata riconosciuta la sua responsabilità in tre gradi di giudizio, c’è l’aggressione di Andrea Gallone, 46enne di Castrignano dei Greci, avvenuta il 1° aprile del 2012 nel parcheggio di una discoteca di Maglie.

La vittima pagò a caro prezzo il tentativo di mettere pace tra un gruppo di ragazzi che stava discutendo animatamente: fu colpito alla testa con un cric e, da quel momento, la sua vita non sarebbe più tornata la stessa, perché quei colpi gli avrebbero lasciato segni permanenti.

Come, anticipato, lo scorso gennaio, la Corte di Cassazione ritenne illegittimo il ricorso presentato dall’imputato, attraverso gli avvocati difensori Ladislao Massari e Giuseppe Presicce, lasciando così intatta la sentenza emessa nel marzo del 2021 dalla Corte d’appello di Lecce e che a sua volta “ricalcò” quella di primo grado del 24 ottobre del 2018.

Il verdetto confermò provvisionale e risarcimento del danno in separata sede al malcapitato e ai suoi familiari, che erano parti civili con gli avvocati Luigi, Arcangelo e Alberto Corvaglia.

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