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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Casarano

"Contro biomasse, una campagna sospetta ed infondata"

Dibattito acceso con pareri contrastanti che divide una città: è questo quello che sta accadendo a Casarano, intorno alla questione della centrale a biomasse "Heliantos 2" che continua a far discutere

CASARANO - Un dibattito acceso, con pareri contrastanti che divide una città: è questo quello che sta accadendo a Casarano, intorno alla questione della centrale a biomasse "Heliantos 2", che tanta polemica ha suscitato in queste settimane e che continua a far discutere di sé. Sul caso biomasse, l'ultimo ad intervenire è Gianluigi Parrotto, responsabile del movimento giovanile locale, il quale ritiene "spiacevole" il modo in cui fino ad oggi si sia affrontata la questione, posta come un dubbio amletico "biomasse si, biomasse no".

Parrotto se la prende col comitato "No biomasse", evidenziando come "sospetta" la campagna mediatica "per certi aspetti diffamatoria", sollevata nei confronti dell'imprenditore, Paride De Masi, amministratore delegato della società Italgest: "Sarebbe increscioso - dichiara - se fosse un altro paese e non quello salentino a beneficiare dello sviluppo e dei vantaggi che un impianto a biomasse comporterebbe, anche in termini occupazionali. È, anzi, esemplare il coraggio e la determinazione di questo imprenditore che lotta per difendere le sue idee per lo sviluppo del territorio, investendo sulle fonti energetiche rinnovabili, pur avendo contro di se quei partiti politici che, contraddittoriamente a quanto sta accadendo, quelle sue stesse idee, le avevano sposate nei propri programmi elettorali".

Secondo Parrotto, testimonianza di questa convergenza sulle biomasse si ritroverebbe nei programmi delle elezioni politiche 2008 del Pdl, del Pd, dell'Udc, dell'Idv e di SeL: "Per rispetto della verità e per dovere di cronaca, è importante e per certi versi chiarificatore - afferma -, evidenziare le inesattezze affermate dal Comitato ‘No Biomasse', in quanto deleterie per una corretta informazione e per evitare di diffondere allarmismo infondato. In alcune campagne di sensibilizzazione dai toni allarmanti contro l'impianto a biomasse progettato dalla società Italgest Energia, si è preferito rivolgere attacchi personali verso l'imprenditore De Masi, anziché rispondere alle reali richieste dei cittadini, focalizzando l'attenzione su una corretta informazione riguardo l'impianto a biomasse previsto a Casarano".

Per il responsabile del movimento giovanile locale, le motivazioni sulle quali si basano i vari comitati contro le biomasse "manifestano una evidente lacuna", ossia la "mancanza di una precisa documentazione e approfondita conoscenza riguardo l'impianto che tanto fa discutere": "Infatti - precisa -, contrariamente a quanto dichiarato dal Coordinamento Comitati Territoriali per la Difesa dell'Ambiente e della Salute di Casarano, l'impianto non utilizzerà migliaia di ettari per la coltura di girasoli, devastando il territorio e ricorrendo a pesticidi per assicurarsi il raccolto e a notevoli quantità di acqua. Né la coltura presso paesi africani comporterà un impoverimento alle popolazioni. Né è corretto definire ‘crimine contro l'umanità' la combustione di oli per alimentare l'impianto a biomasse, citando documenti dell'Onu, della Fao e della Ue".

Secondo Parrotto, in buona sostanza, le ragioni espresse dal Comitato "No Biomasse" sarebbero "mere opinioni non supportate da prove": "Al contrario - prosegue -, proprio la Commissione Europea, nella Direttiva 2001/77/Ce del Parlamento Europeo, per raggiungere l'obbiettivo stabilito dal protocollo di Kyoto di ridurre le emissioni inquinanti, ha previsto di investire sulle fonti energetiche rinnovabili. Per ‘fonti energetiche rinnovabili', come cita il testo della stessa Commissione, si intende: ‘eolica, solare, geotermica, biomassa' e altre ‘fonti non fossili'".

Ci sarebbe un'altra "inesattezza" enunciata dal comitato, secondo Parrotto, sul tipo di materia prima che andrà ad alimentare l'impianto: "Trattasi - asserisce - non di olio di girasoli, bensì di olio vegetale grezzo ricavato dalla estrazione meccanica di semi di colture oleoginose delle piante colza e ‘jatropha curcas'. Mentre la colza rientra nel ciclo di rinnovo dei terreni, la coltivazione della ‘jatropha curcas' necessita di climi aridi e semi aridi e ciò è un vantaggio per le aree dei paesi tropicali, la cui desertificazione si ridurrebbe ulteriormente".

Un'altra dimenticanza del comitato, secondo il responsabile del movimento giovanile, sarebbe sul capitolo occupazione: l'impianto comporta lavoro per 15 unità nella gestione dello stesso, di molteplici altre figure (quali autotrasportatori, tecnici, coltivatori ed agricoltori che vorranno vendere l'olio prodotto nel territorio salentino). La difesa di Parrotto della centrale a biomasse passa anche sulla questione del danno alla salute e all'ambiente, in quanto gli impianti sarebbero "obsoleti" e i filtri "insufficienti" ad evitare l'emissione dei fumi tossici: ma quello che si vuole realizzare a Casarano è un impianto "ben diverso" da quelli "a cui si riferisce il comitato", in quanto "grazie all'inserimento di un filtro a maniche, le nano particelle vengono abbattute del 99,7%".

Da questi dati, sorgerebbe il dubbio, per Parrotto, che il progetto Italgest Energia non sia mai stato "visionato" e "valutato" dai suoi detrattori: "Non è corretto nei confronti dei cittadini casaranesi e non solo - sostiene -, prospettare un'inquietante realtà come quella illustrata sul volantino che, strumentalizzando l'immagine di una madre con in braccio un bambino e con alle spalle delle grandi ciminiere, fomenta paure ingiustificate e terrorizza l'immaginario collettivo". Parrotto difende anche le variazioni effettuate al progetto che evidenziano "una maggiore attenzione all'applicazione di nuove norme, emesse successivamente alla presentazione del progetto ai vari Enti".

Parrotto, dunque, ritiene "auspicabile" un dibattito aperto a tutta la cittadinanza di Casarano, affinché venga informata adeguatamente riguardo l'impianto a biomasse, in modo che possa cessare "l'accanimento, a tratti offensivo, nei confronti della persona di Paride De Masi": "Questo imprenditore - evidenzia - è stato uno dei primi ad avanzare una proposta seria di sviluppo sostenibile nel territorio salentino, saccheggiato da decenni da incompetenti amministratori locali. Non realizzare l'impianto a biomasse significherebbe far perdere alla Puglia l'occasione di progredire, acquisire maggiore prestigio e autonomia e rischiare che considerevoli risorse vengano investite altrove". C'è da attendersi, ora, la pronta replica del comitato "No biomasse".

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