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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Sfratti, per Unione inquilini è allarme rosso. Nel 2011 in aumento del 12 per cento

L'Unione inquilini ha reso noto i dati,ancora incompleti, del ministero degli Interni: "Serve una sospensione immediata". A Lecce e provincia eseguiti 277 sfratti mentre le richieste di esecuzione sono state mille e dodici

LECCE – L’Unione inquilini ha diffuso in anteprima i dati del ministero degli Interni sui provvedimenti di sfratto del 2011 nel territorio nazionale. Numeri incompleti, si precisa nella nota, che subiranno un arrotondamento per eccesso quando diverranno ufficiali. In ragione dell’attuale approssimazione non deve trarre in inganno – spiegano dalla segreteria nazionale di Roma – la diminuzione in percentuale rispetto all’anno precedente (meno 2.3%).

Le sentenze eseguite con ufficiale giudiziario sono state 64mila, di cui 56mila per morosità, e 124mila le richieste di esecuzione forzata. La previsione per l’immediato futuro è ancora più drammatica: potrebbero arrivare nei prossimi tre anni 250mila sfratti, di cui 225mila per morosità incolpevole. La situazione in provincia di Lecce registra un totale di 488 provvedimenti di sfratto (meno 1.45 sull'anno precedente). Ne sono stati notificati 446 per morosità (o altra causa), di cui 71 nel capoluogo mentre 375 sono stati quelli emessi negli altri comuni. Per finita locazione  sono 7 i provvedimenti a Lecce e 34 negli altri comuni, mentre per necessità del locatore gli sfratti sono stati emessi 3, tutti in provincia. Le richieste di esecuzione presentate sono state 1012 (più 7.32 per cento) mentre gli sfratti eseguiti sono arrivati a 277 con un aumento dell'11.69 per cento.

“Dallo scoppio della crisi, l’andamento degli sfratti segnala con evidenza l’acuirsi di una irrisolta questione sociale legata al diritto alla casa negato. Serve una sospensione immediata dell'esecuzione di tutti gli sfratti, compresa la morosità incolpevole e uno stanziamento straordinario per ripristinare un fondo sociale per gli affitti adeguato alle esigenze delle famiglie in difficoltà. Serve un piano straordinario per gli alloggi popolari, utilizzando con priorità il patrimonio pubblico e le aree pubbliche. Questa sarebbe una valorizzazione sociale dei beni pubblici e non la dismissione speculativa che il governo prepara. Sarebbe una grande opera pubblica, un investimento per il lavoro e la giustizia sociale.”

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