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Cronaca Copertino

Dia, sequestri patrimoniali per quattro milioni di euro

La Direzione investigativa antimafia di Lecce ha proceduto al sequestro di beni mobili ed immobili riconducibili a Giovanni Tredici, 41enne di Copertino, già condannato per associazione per delinquere

LECCE - Un impero, che la Dia di Lecce ha stimato per 4 milioni di euro. E che Giovanni Tredici, 41enne di Copertino - già condannato per associazione per delinquere, estorsione, rapina, porto e detenzione di armi, pena già scontata con cinque anni di reclusione su dieci sentenziati dai giudici -, aveva messo su in tutti questi anni, oltre che nel suo paese natio, anche a Lequile e Galatina. Palazzine e ville, aree agricole coltivate, compresi uliveti, e perfino un appezzamento di terreno che aveva affittato ad un'azienda operante nel fotovoltaico per la trasformazione dell'energia solare.

Ma gli approfondimenti economico-patrimoniali svolti nei confronti di Tredici, di mestiere agricoltore, e del suo nucleo familiare, hanno evidenziato un'evidente sproporzione tra il reddito da lui dichiarato ed il valore economico dei beni, stimati, come detto, per oltre 4milioni di euro, con ville, case e quant'altro intestati a lui e alla moglie.

Incongruenze macroscopiche, venute fuori dalle indagini della Direzione investigativa antimafia, che in tutti questi anni ha vigilato sui suoi conti bancari, tra il reddito dichiarato, suo e della moglie, e quanto versava negli istituti di credito. Per esempio, la Dia ha accertato che nel 2008, a fronte di 13mila e 700 euro dichiarati al fisco da 41enne e consorte, erano stati invece versati in quell'anno qualcosa come 330mila euro. E a partire da gennaio 2005 gli investigatori si sono accorti che la disparità tra entrate e redditi dichiarati si aggirava intorno 1 milione e 243mila euro.

I fatti più significativi che vedono protagonista Tredici, emergono nel corso dell'operazione di polizia denominata "Due vie" - siamo nel 2000 -, che disarticolò un sodalizio criminale operante principalmente a Copertino, e che si dedicava, oltre che alla metodica commissione di delitti di svariato genere, soprattutto alla pratica del cosiddetto "cavallo di ritorno", ossia al furto di veicoli, con successive richieste estorsive ai legittimi proprietari, costretti a pagare somme di denaro per rientrare in possesso del loro mezzo.

Per questi fatti, nell'agosto del 2000, Tredici fu arrestato in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip presso il Tribunale di Lecce e successivamente condannato con sentenza definitiva irrevocabile per associazione per delinquere, estorsione e furto.

Il provvedimento di sequestro preventivo dei beni di cui sopra, è scaturito nell'ambito della normativa antimafia ed è stato emesso dalla Prima sezione penale del Tribunale di Lecce, su proposta del direttore della Dia, Generale Antonio Girone, a seguito delle articolate indagini tecnico-patrimoniali che hanno evidenziato come Tredici, a fronte di scarse fonti reddituali, aveva la disponibilità di un ingente patrimonio immobiliare e mobiliare.

Tra i beni sequestrati, sempre in forma preventiva, ubicati a Copertino, Lequile e Galatina, ci sono otto immobili, quaranta terreni per complessivi 42 ettari e conti correnti bancari. L'udienza di fronte ai giudici del Tribunale di Lecce in cui il 41enne di Copertino si potrà difendere, dimostrando eventualmente il contrario di quel che afferma la Dia, è stata fissata per il prossimo 14 luglio.

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