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Domenica, 28 Aprile 2024
La decisione

Due risposte esatte al quesito: docente salentina riammessa al concorso pubblico

Il Tar Lazio ha accolto il ricorso della donna dopo la decisione del Ministero dell’Istruzione che aveva interpretato come valida una sola opzione in una domanda sull’opera di Proust: ora potrà partecipare alla prova orale

ROMA/LECCE – I limiti della discrezionalità tecnica della cosiddetta risposta chiusa vanno ridefiniti a seconda dell’attendibilità di opzioni alternative alla stessa: è quello che emerge di fatto dalla vicenda di una professoressa salentina esclusa dall’accesso alla prova orale nel concorso pubblico per il reclutamento del personale docente di latino e greco perché non si è vista riconoscere il punteggio necessario per lo step successivo dopo aver affrontato lo scritto con quesiti a risposte chiuse. Il Tar del Lazio, però, ha ribaltato il parere e riammesso la docente dandole ragione sul punto del contendere.

Su che cosa, infatti, si è basata l’esclusione? Sull’interpretazione di uno specifico quesito riguardante l’opera di Proust che il Ministero dell’Istruzione ha ritenuto dovesse essere risolto con una sola risposta tra quelle fornite nel quiz multiplo, a differenza della professoressa che riteneva una seconda opzione attendibile quanto quella valutata come esatta.

Da qui il ricorso al Tar con l’aiuto dell’avvocato Pietro Quinto, che ha dimostrato, attraverso l’esibizione di pareri resi da illustri studiosi dell’opera di Proust, tra i quali il professor Luciano Canfora, come la risposta resa dalla ricorrente dovesse essere considerata esatta al pari di quella indicata dal Ministero, con la conseguente attribuzione del relativo punteggio.

La questione di diritto ha riguardato quindi i limiti della potestà tecnico discrezionale della Pubblica amministrazione: l’avvocato Quinto ha sostenuto che la discrezionalità tecnica della P.A., in linea di principio non censurabile, può essere sottoposta al vaglio del giudice amministrativo allorquando vengono superati due limiti fondamentali, ovvero il principio di ragionevolezza, e l’attendibilità tecnico scientifica. In questi termini il Tar ha condiviso la logica del ricorso e ha risolto la controversa questione interpretativa riconoscendo che nel caso in esame non vi fosse un’unica risposta “esatta”, potendo invece essere ammessa anche la risposta fornita dalla candidata. Motivo per cui la ricorrente è stata ammessa alla prova orale.

Nel commentare la decisione Quinto ha evidenziato come i principi affermati dal Tar Lazio potranno rappresentare un’autorevole guida per la pubblica amministrazione sia con riferimento alla formulazione dei quesiti finalizzati ad accertare la preparazione dei candidati nei vari settori lavorativi e quindi l’effetto utile del concorso, sia nella individuazione delle risposte attendibili, che possono talvolta superare il limite delle cosiddette “risposte chiuse”.

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