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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Otranto

Dopo 20 anni, Gagliani si congeda. Il saluto commosso al “maresciallo”

La comunità di Otranto ha voluto tributare una cerimonia di saluto al comandante dei carabinieri, Domenico Gagliani, che lascia il servizio. Un personaggio tutto d'un pezzo, che lascia una traccia indelebile nella comunità

OTRANTO - Farà specie non vederlo girare in sella ad un due ruote, per monitorare che tutto sia a posto, o scorgerlo sulla strada, da qualche parte, ad operare. Vent'anni di servizio non si cancellano dall'oggi al domani. Lo sa benissimo il luogotenente Domenico Gagliani, che proprio per quel tempo ha condotto la stazione dei carabinieri di Otranto. E in un ventennio ne passa di acqua sotto i ponti: la città trovata non è proprio la stessa, si è rafforzata economicamente, anche se qualcosa resta forse in maniera permanente uguale a se stesso. Una "comunità sana", come ha avuto spesso modo di ribadire, al di là delle strutturali sacche di criminalità, da cui nessuna realtà è totalmente esente.

Gagliani, dunque, meglio conosciuto come "il maresciallo" lascia l'incarico, per "raggiunti limiti di età" e per "godersi la pensione". Si dice così nel gergo tecnico, anche se i tecnicismi in questo caso cozzano con la personalità di chi avrebbe volentieri prolungato la propria esperienza professionale. Ma la vita è questa. Fatta di appuntamenti, che, volenti o nolenti, segnano scadenze a cui doversi conformare ed abituare.

La sala triangolare del castello aragonese è insolitamente gremita di gente, venuta a dimostrare il legame ad una figura d'altri tempi, che forse solo la penna di un grande romanziere (alla Guareschi o alla Silone) saprebbe tratteggiare in un suo racconto. Perché la storia di Gagliani non è semplicemente quello di un pubblico ufficiale in servizio, ma di una vera e propria istituzione, di un personaggio, che con la sua indole ha intriso la comunità di senso del dovere e di umanità.

Il rispetto per la divisa, indossata per tanti anni e che, non senza rammarico, riporrà in qualche armadio portandola pur sempre impressa nel cuore, è stato uno stile di vita, una direttrice chiara del proprio agire, mai seconda, però, all'attenzione e al riguardo per la persona. Sul suo cammino, ha incrociato vicende comuni ed altre estremamente straordinarie e significative come quelle venute dall'Est, nel periodo dei primi sbarchi dalla vicina Albania, quando la sua esperienza di direzione della caserma otrantina ha avuto inizio.

Di lui si ricordano soprattutto quei momenti, con la sensibilità di sapere andare oltre le differenze di cultura, etnia, religione, riconoscendo nell'altro un simile. Con i suoi uomini, non si è sottratto all'epoca nemmeno a compiere azioni eroiche, per trarre in salvo disperati in balia del mare. Ma ciò che potrebbe sembrare "eroico", per gente come questo militare, venuto da Castrignano del Capo, era congenito, "normale". Come portare da casa beni propri da dare ai profughi e ai loro bambini, in quella avventura di straordinaria umanità otrantina e salentina, di cui inevitabilmente Gagliani ha rappresentato un punto fermo, insieme ai tanti uomini dell'arma, capaci di sopperire alle lacune istituzionali e logistiche del momento.

Il luogotenente Domenico Gagliani (foto M.B.)-3Una presenza speciale, anche per il suo umore, allegro, a tratti scanzonato, con la battuta pronta e con qualche aneddoto, sempre in tasca, da raccontare. Un bagaglio di memoria e realtà, che la città ha saputo riconoscere, attraverso una cerimonia, partecipata e commossa, e la consegna da parte dell'amministrazione comunale di Otranto di un attestato di benemerenza e da parte di Palazzo dei Celestini e del Comune di Giurdignano di due targhe di ringraziamento.

Il segreto della sua esperienza professionale lo ha spiegato lo stesso comandante: la sua famiglia, che ha sofferto con lui le difficoltà dei primi anni intensi, ed in particolare, la moglie Rita, una figura discreta, ma di determinante sostegno, che non si è tirata mai indietro dinanzi alle esigenze delle circostanze più impegnative e risultando, a tutti gli effetti, come il prolungamento silenzioso di quella divisa.

Il "maresciallo", dunque, si congeda, portandosi nel cuore una città, che come lui stesso ha precisato, è stato un "privilegio" vivere. Dall'altra parte, c'è una comunità, che inevitabilmente quando incontra quella storica uniforme nera, coi bordi rossi, non può far altro che pensare a Domenico Gagliani. Con l'affetto con cui si guarda un fratello che ha condiviso una fetta importante di un percorso. E da cui occorre separarsi prima o poi, a malincuore.

 

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