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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Salice Salentino

Enel costretta a connettere impianto eolico alla rete

Il consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Energia Verde contro Enel, ribaltando il giudizio del Tar: obbligo di connettere un impianto eolico da 8Mw alla rete elettrica nella zona di Salice

SALICE SALENTINO - Enel obbligata a connettere un impianto eolico (8 Mw) in località "Pezze" nel comune di Salice Salentino, vicino al confine tra San Pancrazio e Guagnano, alla rete elettrica: lo ha stabilito il consiglio di Stato accogliendo il ricorso di Energia verde contro la stessa società e ribaltando l'espressione del Tar di Lecce: nello specifico, si tratta di una struttura composta da 4 pale da 2 mw di circa 80 m di altezza, con un investimento di 12 milioni di euro.

Tutto parte il 22 marzo 2007, quando la società "Energia verde srl" chiedeva a Enel distribuzione l'accesso alle infrastrutture di reti con obbligo di terzi per un impianto eolico di 8Mw a Salice Salentino. Con una serie di regolamenti intermedi e unilaterali Enel restringeva le modalità di accesso alla rete elettrica; in particolare con nota del 22 settembre 2008, Enel comunicava la cessazione della connessione in data 23 luglio 2009, in caso di mancato inizio dei lavori. Il 4 gennaio 2010 Enel comunicava alla società Energia Verde l'intenzione di annullare la pratica. Dopo varie comunicazioni, il 22 aprile successivo, Enel provvedeva all'annullamento della connessione adducendo varie motivazioni tra cui la tardività dell'accettazione del preventivo da parte della società.

Così la società Energia verde ha proposto un ricorso al Tar Lecce, affidando la difesa delle proprie ragioni all'avvocato Antonio Malerba contro Enel Distribuzione difesa dall'avvocato Tanzariello e contro Regione Puglia contumace. Il Tar ha respinto la sospensiva dando ragione all'Enel, in quanto i lavori non erano iniziati entro un anno dal 22 settembre 2008, e anche se la Regione Puglia non aveva terminato la conferenza di servizi, Enel aveva comunicato entro 60 giorni dal 23 luglio la decadenza della connessione.

La società Energia Verde ricorreva, con gli avvocati Antonio Malerba e Maria Rosaria Faggiano al Consiglio di Stato, per la sospensiva, impugnandone i motivi per violazione della direttiva ed errore sul presupposto di diritto e di fatto. Si sollecitava una rapida decisione anche per il merito per definire la Conferenza dei servizi regionale. Enel contestava la tardività del ricorso oltre la nullità dell'istanza e, nel merito, rilevava di non poter essere obbligata a connettere l'impianto de quo.

Il Consiglio di Stato, con propria ordinanza, ha ritenuto non sprovvista di ragionevolezza la tesi di Energia verde, accogliendo le istanze della società ricorrente ed approvando la sospensiva, che riforma di fatto l'ordinanza del Tar Lecce: "Questa ordinanza aldilà del caso concreto e della essenzialità giuridica - commenta Malerba - è di portata nazionale. Infatti, il ricorrente ha sostenuto che il diritto comunitario è prevalente su qualunque norma nazionale e regionale e regolamento Enel".

"Comunque il comportamento e l'inattività della Regione Puglia (che ha di fatto bloccato le conferenze di servizi) - prosegue - non può ricadere sulla società. La Regione Puglia, non ha e non intende procedere alla conferenza di servizi nei termini di legge di 180 giorni. Il ricorrente ha inoltre sostenuto che l'Enel non può sindacare, ossia scegliere una connessione al posto di un'altra, ma deve compiere tutti gli interventi infrastrutturali necessari all'adeguamento della rete elettrica, senza provocare alcun danno o ritardo per la connessione dell'impianto eolico".

"L'Enel pertanto è obbligata, in materia di energie alternative - precisa -, a connettere anche grossi impianti, (da 8 Mw) senza alcun potere decisionale e discrezionale relativamente all'allaccio; né possono valere le motivazioni dedotte dal resistente Enel relative all'impossibilità di investire diverse centinaia di milioni di euro, poiché tali investimenti sono a carico esclusivo di Enel Distribuzione".

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