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Cronaca Viale Giacomo Leopardi

Incastrato nel sottopasso durante il nubifragio. Presenta un esposto, riceve la multa

Giovanni Mangia rimase incagliato assieme alla compagna, nella notte di Ognissanti del 2012. Ha raccontato tutto in procura, poi la sorpresa: dovrà pagare 36 euro per aver attraversato la galleria senza notare i fari rossi

LECCE - Giovanni Mangia,  l’avvocato residente a Pescara - che, nella notte di Ognissanti del 2012 rimase incastrato nel sottopasso di viale Leopardi a bordo della sua auto, assieme alla compagna Sabrina Di Liso, anche lei un legale – ha raccontato l’accaduto alla procura della Repubblica di Lecce, dove ha presentato un esposto.

Contestualmente, la società che gestisce i risarcimenti per conto del Comune di Lecce, gli ha recapitato da qualche giorno, la risposta affermativa circa la richiesta di rimborso che Mangia, originario di Galatina, aveva presentato alcuni giorni successivi all’incidente.

L’aspetto originale della vicenda non risiede tanto nella coincidenza tra i due avvenimenti, quanto nel fatto che all’indirizzo del malcapitato, nel capoluogo abruzzese, Palazzo Carafa ha inoltrato anche un altro atto: una multa, di circa 36 euro, perché il conducente avrebbe attraversato la galleria nonostante i lampeggianti rossi accesi.

Eppure, non vi sono elementi per stabilire se quei fari fossero già attivi al momento del passaggio del veicolo rimasto intrappolato nell’avvallamento o, piuttosto, se abbiano funzionato in un secondo momento. Quando, cioè,  i livelli di acqua erano già scesi di alcuni centimetri.

Sindaco e polizia municipale, del resto, furono i primi ad ammettere che i sensori che avrebbero dovuto rilevare l’allagamento subirono un guasto, nonostante la manutenzione eseguita proprio nel corso di quella mattinata. Alcune ore dopo, intorno all’una, la coppia stava viaggiando a bordo di un Tuareg Volkswagen, intenti a raggiungere l’Hotel Tiziano, dove stavano alloggiando in quei giorni di vacanza. Se non si fossero ritrovati su un’auto di quelle dimensioni,  le conseguenze sarebbero state decisamente più gravi.  

All’ingresso del tunnel, proprio in corrispondenza del ponte che lo solca, vi sono i cartelli luminosi. Si dovrebbero accendere in caso di allagamento, segnalando il pericolo agli automobilisti. E sembra che fossero effettivamente accesi, all'arrivo degli operatori. Il che non dissolve i primi interrogativi: lo erano anche quando i due coniugi sono scesi con l'auto nel sottopassaggio? Lacoppia, infatti, dichiarò di essere rimasta  bloccata per circa venti minuti, al di sotto e che i primi soccorritori avrebbero raggiunto il luogo circa dieci minuti dopo la loro telefonata.

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