Evasione, inflitti due anni all’ex attaccante giallorosso. Disposta la confisca dei beni per oltre 5 milioni

LECCE - E’ stato condannato a due anni di reclusione, col beneficio della pena sospesa, l'ex attaccante giallorosso Mirko Vucinic, di origine montenegrina, per il reato di dichiarazione infedele. Il verdetto è stato emesso ieri dalla giudice della seconda sezione penale del tribunale di Lecce Valeria Fedele, alla quale la pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Massimiliano Carducci, lo stesso magistrato che indagò sul suo conto, aveva invocato il doppio della pena. 

Disposto anche il risarcimento (limitatamente ai danni non patrimoniali) all'Agenzia delle entrate, parte civile con l'avvocata Rosa Corciulo, e la confisca dei beni del calciatore per per una somma di circa 5 milioni e 600mila euro.

Proprio nell’ambito dell’inchiesta, il 20 novembre del 2019, la guardia di finanza eseguì il sequestro per equivalente, su disposizione del giudice per le indagini preliminari Sergio Tosi (qui, tutti i dettagli). Questo in considerazione del fatto che, secondo l’accusa, nel periodo in cui Vucinic stipulò un contratto per la per la durata di quattro stagioni con la squadra "Al Jazira Club" (Emirati Arabi Uniti), per un compenso complessivo di 13,5 milioni di euro, pur mantenendo la residenza in Italia, avrebbe evaso l’Irpef.

Non appena saranno depositate le motivazioni del dispositivo (entro sessanta giorni), l’avvocato difensore Antonio Savoia valuterà il ricorso in appello nel tentativo di provare, come già fatto in questi mesi, l’infondatezza del reato. In aula, durante l’arringa durata circa tre ore, il legale aveva sostenuto che negli anni oggetto degli accertamenti delle fiamme gialle, dal 2014 al 2017, l’ex calciatore avrebbe dovuto rendere conto solo al fisco degli Emirati Arabi.