Fatture false per cibi precotti da 4 milioni di euro

LECCE - L'azienda ha sede legale a Milano, una sua unità operativa a Presicce, quattro prestanome sparsi in tutta Italia che avrebbero letteralmente fondato ditte ad hoc, ovvero per effettuare false fatturazioni, e si sarebbe dovuta occupare della produzione di cibi precotti. L'inchiesta, che vede coinvolte ben otto persone, è stata condotta dalla guardia di finanza di Lecce, che ha sviscerato un meccanismo piuttosto complesso per frodare - questa è, almeno, l'imputazione a carico degli indagati - qualcosa come 6 milioni di euro allo Stato, richiedendo ed ottenendo un finanziamento pubblico con la solita Legge 448/92 che è stato bloccato proprio con l'intervento delle "fiamme gialle" quando ormai erano già stati erogati 4 milioni e 182mila euro.

Nei guai, per quella che appare la consueta maxi-truffa, sono finiti rappresentante legale dell'azienda, due soci, il consulente che ha curato la pratica che avrebbe poi raggiunto il ministero dello Sviluppo economico e quattro altre persone, ovvero i già citati presunti prestanome, alle spalle dei quali ci sarebbero stati proprio i titolari dell'azienda. I contributi pubblici sarebbero dunque stati ottenuti utilizzando fatture per operazioni in tutto o in parte inesistenti emesse da queste società, per così dire, compiacenti: l'obiettivo dichiarato sulle carte, investire nella costruzione di uno stabilimento a Presicce per la produzione di cibi precotti, mai giunto a termine. E dopo la denuncia alla procura, ora è arrivato anche il conto, salato, richiesto dal nucleo di polizia tributario di Lecce, che ha inviato corte dei conti di Bari la segnalazione per individuare i profili di responsabilità amministrativa sul danno erariale quantificato, come s'è detto, in oltre 4 milioni di euro.