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Cronaca

Fitto e Lazzari: "Sul caso Renda intervenga Prodi"

Sul caso Renda irrompe un'interrogazione parlamentare a firma di Fitto e Lazzari che chiedono al premier Prodi, nel suo viaggio in Messico programmato per marzo, di accertare eventuali responsabilità

Proprio nella fase della piena crisi del governo Prodi, la cui maggioranza scricchiola e traballa, i parlamentari salentini di Forza Italia, Raffaele Fitto e Luigi Lazzari ritornano ad interessarsi sulla morte in Messico del bancario leccese Simone Renda avvenuta il 3 marzo scorso. I due parlamentari, con una dettagliata e circostanziata interrogazione parlamentare, forniscono un rapido excursus sulle tappe di un caso sul quale "il ministero degli Affari Esteri avrebbe garantito alla famiglia del giovane il massimo impegno per fare chiarezza sulla intera vicenda, rendendo noto di aver preso contatti con i legali della famiglia Renda e con le autorità messicane per visionare gli atti del processo".

Passaggio successivo, datato otto gennaio, chiosano Fitto e Lazzari "da notizie di stampa sono emersi nuovi inquietanti particolari sulla morte di Simone Renda che sarebbe addirittura stato torturato nel carcere messicano". Fasi intermiediarie, ricordano i due parlamentari, "l'apertura di un' inchiesta della Procura di Lecce sulla morte del giovane poi archiviata per "non procedibilità" e parallelamente il processo in Messico che si sta celebrando con modalità non certo mirate a garantire l'accertamento della verità e dei responsabili dell'accaduto". Arriviamo alle ultime battute: "i legali della famiglia Renda nel corso del processo che appare sempre più destinato a non accertare la verità", denunciano nella loro interrogazione parlamentare i due parlamentari salentini, "hanno presentato una nuova denuncia per sequestro di persona, tortura e omicidio doloso alla Procura della Repubblica nei confronti di medici, guardie, dipendenti dell'hotel che chiesero l'intervento delle forze dell'ordine e tutti coloro che a vario titolo hanno avuto a che fare con questa vicenda in Messico".

"Secondo i legali messicani della famiglia Renda", sottolineano con un coro unanime Fitto e Lazzari, "le autorità messicane intervenute all'atto dell'arresto e poi della certificazione della morte di Simone Renda, avrebbero violato le norme che regolano i rapporti internazionali, la convenzione sui diritti umani, la stessa legge messicana, ipotizzando omissioni e comportamenti dolosi e colposi che avrebbero di fatto provocato la morte del ragazzo e che di fatto non sarebbero oggetto né di indagini da parte della Procura messicana, né tantomeno del processo in corso".

La proposta arriva immediata: "dalla stampa messicana si apprende che il Presidente del Consiglio Romano Prodi avrebbe programmato una missione in Messico a febbraio prossimo; occasione propizia per garantire alla famiglia Renda che il lavoro delle autorità messicane sia volto ad accertare la verità e ad assicurare i responsabili alla giustizia e se il Premier non ritenga di poter intervenire presso le autorità messicane per chiedere che le indagini e il processo si svolgano nella massima legalità e che su questa vicenda possa esserci una sorta di collaborazione tra Messico e Italia per giungere all'accertamento della verità. Il tutto ovviamente sotto stretta riserva sui prossimi e forse immediati sviluppi sul terremoto del governo centrale.

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