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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Galatone

Pestato e accoltellato, scattano tre arresti. Il gip: “Aggressione bestiale”

La notte fra l'11 e il 12 dicembre, a Galatone, un 20enne rischiò di morire: polmone perforato, perse 2 litri di sangue. Ma le videocamere immortalarono la scena. I carabinieri hanno fermato gli aggressori

GALATONE – Hanno un volto e un nome gli aggressori di Dario Potenza, il giovane di Galatone che a soli 20 anni ha rischiato di morire dissanguato. Era la notte fra l’11 e il 12 dicembre quando si consumò una feroce aggressione. Inseguito per strada e pestato brutalmente, Potenza subì anche tre fendenti con un’arma da taglio. Uno di questi, gli perforò un polmone. E le indagini dei carabinieri della stazione di Galatone e del Nucleo operativo radiomobile, fin da quella notte tanto incessanti, quanto tenute il più possibile segrete, hanno condotto verso tre soggetti del posto: Giuseppe Marzano, 53enne; Vincenzo Lanzillotto; 39enne; Marco Colazzo, 23enne.

Dei tre, solo Colazzo è nuovo alle cronache. Giuseppe Marzano, invece, ha già un tentato omicidio alle spalle, quello commesso in concorso con altri ai danni di Marco Caracciolo nell’ottobre del 2012 (in quel caso, a colpi di pistola) e per il quale nel 2015 arrivò anche la conferma delle condanne in appello. Quanto a Vincenzo Lanzillotto, annovera precedenti per stupefacenti (nel 2018 fu fermato con un altro soggetto: avevano circa un chilo di marijuana in auto) e – curiosità - è fratello di Fabio, uno dei condannati per il già citato tentato omicidio di Caracciolo.   

Il gip: "Un'aggressione bestiale"

Nelle scorse settimane i militari avevano ormai già un quadro preciso di quanto avvenuto e, soprattutto, di chi potessero essere gli autori materiali del nuovo, grave episodio di sangue. E il sostituto procuratore Francesca Miglietta, concordando con gli investigatori, ha chiesto e ottenuto l’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere per tentato omicidio in concorso. Le ha emesse il giudice per le indagini preliminari Giulia Proto. “Un’aggressione bestiale, connotata da una ferocia inaudita da parte di tutti gli odierni indagati”, ha rimarcato il giudice nell’ordinanza.

I tre arrestati per tentato omicidio

Potenza, quella notte, fu raggiunto dai suoi aggressori, tutti a volto scoperto, dentro un bar di Galatone, in via XX Settembre. Il 20enne fuggì dalla porta posteriore, raggiungendo via Achille Costa. Invano tentò di nascondersi dietro un’autovettura in sosta. Scovatolo, diedero sfogo a un pestaggio di rara violenza: prima una raffica di calci e pugni, per tre fendenti alla schiena con un’arma da taglio, che non è stata mai identificata. Sanguinante e impossibilitato ormai a difendersi in alcun modo, Potenza ricevette pure un calcio in pieno volto. E Dio solo sa come sarebbe finita, se un poliziotto, libero dal servizio, che abita in zona, non si fosse affacciato al finestra, dopo aver sentito il trambusto, iniziando a urlare, poi scendere in strada e metterli in fuga.

Determinani i filmati, ma manca il movente

Sul posto, subito dopo, arrivarono gli operatori del 118. Il 20enne fu traportato in codice rosso prima all’ospedale di Gallipoli, poi verso quello di Lecce. La situazione, a dir poco critica. Constatata la perforazione del polmone, con una perdita di ben 2 litri di sangue, a notte fonda la vittima subì anche un arresto respiratorio. Fu solo con il supporto di un rianimatore che i sanitari riuscirono a riprenderlo.

Quello che i tre non sapevano, era questo: tutta la sequenza era stata immortalata dal sistema di videosorveglianza di un’abitazione che si trova di fronte al luogo del pestaggio. E proprio grazie a quelle immagini, i carabinieri sono riusciti a dare subito un impulso immediato alle indagini, a instradarsi verso la direzione giusta. In fin dei conti, hanno agito in modo a dir poco spregiudicato, a volto scoperto, venendo così riconosciuti.

All’alba di oggi, sono così scattati gli arresti. I tre sono stati prelevati dalle proprie abitazioni e portati in carcere. Ciò che manca, ancora, in questa brutta pagina di cronaca locale, non è però solo l’arma usata per i fendenti, ma anche e soprattutto il movente. Un punto, questo, sul quale gli investigatori sono ancora al lavoro, avendo probabilmente qualche idea in proposito, ma, al momento, nessun elemento concreto.

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