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Cronaca Taurisano

Giallo di Taurisano: pm richiede 22 anni di carcere

Il pubblico ministero Guglielmo Cataldi ha formulato la richiesta nel caso che vede al centro Lucia Bartolomeo, la donna che per gli inquirenti avrebbe ucciso nel 2006 il marito con una dose di eroina

Ventidue anni di carcere: tanti sono quelli richiesti dal pubblico ministero Guglielmo Cataldi, in mattinata, presso l'aula di Corte d'assise del Tribunale di Lecce, nei confronti di Lucia Bartolomeo. Mentre ammonta a 500mila euro la provvisionale richiesta dalle parti civili per la figlia di 7 anni. La donna, di Taurisano, infermiera 36enne, è accusata di aver ucciso il marito con una dose letale di eroina. L'uomo, Ettore Attanasio, era da tempo malato di tumore. Venne trovato privo di vita il 29 maggio del 2006, all'età di 36 anni. Sarebbe stato stroncato nel sonno. E questo, secondo le accuse del pubblico ministero, basate anche sulle indagini che vennero eseguite nelle settimane successive dagli agenti di polizia del commissariato locale, che contemplarono pure intercettazioni telefoniche, allo scopo di rifarsi una vita con il suo amante. Un processo lungo e non privo di colpi di scena, quello che si è svolto in tutto questo tempo, basato però su indizi, senza piene certezze. Uno di questi è l'esame tossicologico, in base al quale sono state trovate tracce di stupefacente.

I tossicologi hanno sempre confermato l'assunzione di eroina prima del decesso, ma resta il dubbio aperto sul fatto che possa essere stata la causa della morte. Una circostanza plausibile, ma non un certezza assoluta. E questo perché il corpo venne riesumato 17 giorni dopo il decesso, e l'autopsia, compiuta dal medico legale Alberto Tortorella, non fu semplice: per il gran caldo il cadavere venne trovato in avanzato stato di decomposizione e non fu possibile eseguire un'ispezione precisa sugli organi vitali. Sta di fatto che venne riscontrata la presenza della sostanza, e dagli esami dei capelli emerse come Attanasio non sarebbe stato un tossicodipendente. Vale a dire: nessuna traccia di eroina venne riscontrata nei suoi ultimi sei mesi di vita, mentre l'assunzione ritenuta dagli inquirenti letale sarebbe avvenuta in un arco temporale non superiore alle cinque ore precedenti la morte. Attanasio, per la difesa, sarebbe piuttosto deceduto a causa dell'inalazione di sostanze tossiche sul luogo di lavoro. Aveva lavorato prima presso la discarica Burgesi, proprio quella oggi nell'occhio del ciclone, poi s'era dedicato al mestiere di fabbro.

Il 12 luglio scorso gli avvocati difensori della donna, Pasquale Corleto e Silvio Caroli, conseguirono una parziale vittoria. Per la donna, in carcere ormai da un anno e due mesi, riuscirono ad ottenere i domiciliari, su disposizione del presidente della Corte d'assise, Giacomo Conte. La motivazione: l'insussistenza del pericolo di fuga, della possibilità di inquinamento delle prove e proprio il fatto che sul caso pesano solo indizi. Dopo la richiesta di condanna avanzata dal pm, la palla passa alla difesa. Gli avvocati di Lucia Bartolomeo prenderanno parola l'8, per la loro arringa, dopodiché arriverà il tempo del verdetto.

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