Gli esperti: "Mare pulito ma occhio alle acque sorgive"

ANDRANO - Il mare cristallino spesso inganna perché gran parte degli agenti inquinanti non è visibile ad occhi nudo, ma i vacanzieri che popolano il versante adriatico, da Otranto in giù, possono stare più che tranquilli. Lo dicono gli esperti, anche se non bisogna abbassare la guardia.

Secondo l'ultimo dettagliato sutdio, le acque tra Otranto e Santa Maria di Leuca presentano un indice di inquinamento ben al di sotto dei limiti consentiti dalla normativa vigente ma un campanello d'allarme c'è e viene dalle cosiddette risorgive, quelle fonti di acqua dolce che da sottosuolo sgorgano poi in mare. Sarebbero queste a determinare contaminazioni maggiori di quelle che si riscontrano in prossimità dei canali di superficie e dei reflui dei depuratori. Almeno nel tratto di costa esaminato nel progetto "Mariqual" dallo staff del Dipartimento di Scienze e Tecnologie biologiche e ambientali dell'Università del Salento che ha condotto i campionamenti fino alle metà di luglio.

I risultati della ricerca sono stati illustrati nel corso di un forum presso la sede del Parco naturale regionale "Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase". L'esito è confortante anche se "la qualità del mare vicino alla costa risente dell'arrivo di acque dolci sotterranee di difficile controllo e che, proprio per questo, meritano di essere monitorate con risorse finanziarie specifiche. Il gruppo di lavoro, rappresentato da Francesco Bagordo, è stato guidato dalla professoressa Antonella De Donno, ha insistito sulla necessità di un monitoraggio continuo delle acque e di approfondire le conoscenze su ulteriori agenti inquinanti.