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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Otranto

IL CASO: la Baia dei Turchi abbandonata a se stessa

Otranto: manca pochissimo alla scadenza dei 90 giorni concessi dal Comune per smantellare i manufatti e ripristinare lo stato dei luoghi. Ma intanto la struttura cede e la spiaggia ne fa le spese

Baia dei Turchi, che fine hai fatto? Il meraviglioso angolo di roccia calcarea e sabbia finissima, finita al centro delle cronache giudiziarie per una complessa e contraddittoria concessione edilizia, dopo la revoca della stessa da parte del Comune di Otranto e la sentenza del Consiglio di Stato, che ne ha cancellato i termini, sembra finita nel dimenticatoio. Eppure tra pochi giorni scadono i fatidici 90 giorni, concessi dal Comune, per smantellare i manufatti e ripristinare le condizioni originarie della spiaggia. E chissà in che condizioni verserà la famosa spiaggia, messa un po' in disparte…

Per chi cerca risposte, il responso è semplice: basta fare un sopralluogo, per trovarsi dinanzi uno spettacolo a dir poco raccapricciante, che le foto solo in parte riescono a documentare. La struttura in legno, infatti, inizia a cedere ed enormi travi, rigorosamente munite ed abbondanti di chiodi, galleggiano già fluttuanti nelle acque come gondole impazzite. Colpa dell'acqua, dei venti, di qualche rara pioggia, delle mareggiate o della dimenticanza. Ricercare i colpevoli è un gioco fin troppo facile e a volte antipatico quanto inutile: fatto sta che la struttura è divelta. Meglio a questo punto registrare come alcuni volenterosi turisti, insieme ad ambientalisti locali, che si sono trovati sul posto e che, per primi, hanno scoperto l'inquietante situazione, si siano adoperati con ogni mezzo per recuperare i pezzi dei manufatti, finiti in mare.

Ma le travi, i chiodi e tutto il resto sono solo pochi aspetti dell'evidente abbandono, in cui versa ormai la Baia della "dimenticanza": nelle foto, è facile scorgere ogni tipo di immondizia, lasciata incurantemente sulla spiaggia. Ovviamente alla scoperta, gli ambientalisti sono scattati in rivolta. Il presidente del comitato "Giù le mani dalla costa", Umberto Lanzilotto, che ha collaborato con i volontari alla rimozione delle travi finite in mare, dichiara: "Ciò che mi sembra eclatante di tutta questa storia è che sia stata data una concessione in acqua, a palafitte. Il fatto è grave nella contingenza dell'episodio, ma anche perché purtroppo non riguarda solo la Baia, ma tutta la costa nord di Otranto. Chi ha concesso questi luoghi, lo ha fatto senza conoscerli, distruggendo le dune e tutto ciò che caratterizza gli spazi. Come verranno rimessi a posto questi luoghi? Sono preoccupato, perché, dopo aver visto risultati importanti nella battaglia a difesa della Baia, prendo atto di un riscontro amaro: stiamo pagando tutto a caro prezzo e la Baia è stata praticamente distrutta".

Alle sue parole fanno eco le dichiarazioni di Fernando e Giorgio Miggiano, responsabili del circolo cittadino di Legambiente, i quali affermano: "Siccome ci si approssima alla scadenza dei 90 giorni previsti dall'istanza di revoca della concessione, si chiede al Comune, che s'intervenga al più presto, perché si ripulisca l'area ed il litorale dai manufatti della vecchia concessione, anche per la pericolosità della struttura, vista la presenza di chiodi. La presenza della spazzatura dà, invece, la sensazione di un rudere in abbandono. Ci auguriamo - proseguono- che gli amministratori nell'affrontare il nuovo piano coste, abbiano la sensibilità di non permettere la ripetizione d'interventi simili, salvaguardando lo spazio pubblico, in base a quanto stabilito dalla legge regionale. Ci aspettiamo inoltre che sul piano coste vengano interpellate le associazioni ambientaliste, presenti sul territorio".

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